venerdì 20 gennaio 2012

Dark dream


Attendevo con ansia il libro di Kresley Cole "Dark dream", perché il personaggio di Rydstrom mi aveva colpito già dal terzo libro ed ero curiosa di sapere che cosa sarebbe avvenuto nella guerra tra i Woede e il cattivissimo Omort.

Il libro non mi ha entusiasmata come altri della serie. Il terzo e il sesto, infatti, li ho trovati più avvincenti e con protagonisti più intriganti, una storia più coinvolgente, dei comprimari più simpatici e più guizzi ironici.

Qui ho apprezzato piuttosto il riferimento alla serie Demons of the Underworld di Gena Showalter (attendo con ansia un futuro incontro tra le due serie, già dalla prima volta che Torin vide una ragazza - Nix? - con le orecchie a punta che girava per Budapest con una maglietta su cui era scritto "Il folle mondo di Nixie"!), le apparizioni di Nix, Cade, Holly, il personaggio di Thronos (speriamo che sia ripreso in futuro!), il castello di Rothkalina e in particolare la stanza sulla torre in cui arriva il rumore del mare, mentre dell'interazione tra i due protagonisti mi è piaciuto il conflitto, la scoperta di sé (soprattutto per Rydstrom...), la battaglia per il dominio che sa apprezzare soprattutto che l'altro non si sottometta, e infine ovviamente sono stata sollevata per la sconfitta di Omort il Viscido (soprannome mio...). Effettivamente sta iniziando a stancarmi che alla fine queste donne forti siano comunque in fin di vita, ma capisco che nel Lore le cose non possono andare diversamente, e del resto anche gli uomini non se la passano meglio, tra tentati omicidi, lotte, pazzia, solitudine...

Il vero problema del libro, per cui ho proprio fatto fatica a leggerlo, è la traduzione  la resa finale che è andata in stampa e ci troviamo tra le mani. E' spesso approssimativa, oscura, contorta, a volte sbagliata nel contesto, altre volte errata dal punto di vista grammaticale e sintattico. Ora, ho letto la Cole in inglese e il suo american english non è semplice: usa molte espressioni gergali, colloquiali, molto slang. Non è un linguaggio alto, né raffinato, né spesso formalmente ineccepibile, ma sicuramente accessibile, aggiornato, vivace. Sicuramente richiede una conoscenza non tanto dell'Oxford english, ma di come si parla negli Stati Uniti oggi per le strade.
E infatti la traduttrice spesso non ha capito cosa stava traducendo  la traduzione che leggiamo è spesso incomprensibile. E dispiace perché dopo la brava Graziana Cazzolla (traduttrice di Dark Night e Dark Desire) mi ero aspettata che il livello si fosse definitivamente alzato dai primi volumi, dalla traduzione a volte decisamente orripilante poco piacevole, con molti errori forse dovuti a mancanza di revisione da parte di chi si occupa dei passaggi immediatamente precedenti alla stampa. La resa di Dark Passion non aveva fatto un brutto lavoro  non era stata male, anzi: qualche inesattezza qua e là, ma almeno erano resi bene sia i momenti di azione che i dialoghi che i momenti romantici che quelli ironici, utilizzando registri adeguati; viceversa in Dark Forever era arrivata alle stampe una traduzione piatta, spesso a volte inesatta o errata, del tutto molto lontana dallo stile vivace della Cole. Tuttavia qui siamo tornati agli errori evidenti e all'oscurità in molti passaggi che aveva caratterizzato Dark Love, il primo volume della serie. Ed è un vero peccato.

La traduttrice non Non si è nemmeno degnata di segnarsi Non ci si è segnati, ad esempio, come erano stati tradotti nei libri precedenti della serie (sei libri, non uno o due) certi termini, e così abbiamo visto che qui la Procreatrice diviene "il Veicolo",  Cadeon l'Incoronatore diviene un ben più modesto e ambiguo "Cadeon, colui che fa i re", gli Obiettori divengono "gli astensori", l'Amante diventa "la femmina predestinata"; Groot il Metallurgo si trasforma in "Groot il Forgiatore", che non sarebbe neanche peggio, peccato che alla fine del libro la traduttrice si sia evidentemente dimenticata che è una persona e non sembri essere divenuto un luogo, perché troviamo scritto che i personaggi vanno "a Groot"...
Il libro è costellato di errori tanto che, mentre lo leggevo, non sono riuscita a resistere e ho preso la matita in mano per segnarli...beh, è stato un vero lavoro tanti ce n'erano.

Che delusione, e che tristezza.

Mentre riguardo la copertina (bella, anche se non c'entra nulla con i personaggi della storia) penso al detto: "E' meglio accendere una candela che maledire l'oscurità".
Quindi spero di riuscire a fare tutto l'elenco, come ho già fatto per un altro libro  almeno qualche esempio di ciò cui mi riferisco, sperando che sia d'aiuto a chi ancora ha mantenuto il piacere della lettura.

Dark dream diventa, più che l'oscuro desiderio che permea i protagonisti, l'incubo la sofferenza del lettore davanti a queste pagine.

A questo proposito, non ho ancora capito in base a che cosa siano decisi i titoli italiani, che a mio parere potrebbero almeno sforzarsi di riprendere quelli originali. In questo caso, dato che il titolo originale era "Kiss of a demon king", perchè non "Dark kiss"? O "Dark king"? In ogni caso, mi auguro che sia cambiato il titolo previsto per il prossimo volume: Bloodfever, che non c'entra assolutamente nulla con la storia raccontata. Il titolo originale del racconto è Untouchable, in riferimento alla valchiria Dani the ice maiden, la Vergine di Ghiaccio, che non può toccare alcun essere umano né essere toccata. Murdoch, il protagonista maschile, che io ricordi non ha nessun problema da febbre di sangue, quindi il titolo italiano ipotizzato non ha senso. Perché non "Dark ice" (intrigante!)? O "Dark untouchable" (interessante!)? O qualcos'altro che riguardi il fatto che sono sempre immersi in uno scenario invernale e che sembra non ci sia speranza per la loro storia d'amore, come "Dark winter".


16 commenti:

  1. E' in elenco ma non l'ho ancora ordinato, qui bisogna iniziare a prendere i libri guardando prima chi è il traduttore, mi sa che mi vado a vedere tutti i libri della Leggereditore che ho preso e faccio la lista "traduttori accettabili" e "traduttori inaccettabili" , c'è il "piccolo inconveniente" che per lo più tirano fuori traduttori nuovi in continuazione e che quindi non so come sono se non prendo prima il libro !:)))))
    Perché salvo rari casi, tu, altre lettrici qua e là nei vari blog, difficilmente altre segnalano gli errori, tutte si sperticano a ringraziar la casa editrice per le autrici che dà e per la rapidità che ha, ma poche parlano del problemino della Leggereditore per quel che riguarda tante sue traduzioni.
    Ma insomma voglio provare a fare questi due elenchi tra chi si impegna e chi traduce a cavolo, poi si vedrà ...
    Ad Aprile esce Darynda Jones, desidero tanto che la traducano bene, questa autrice mi piace!
    Silvia :)

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    1. Ciao!
      Hai proprio ragione, anch'io non me ne capacito e non capisco: le lettrici non vedono gli errori o a loro non danno fastidio? O pensano che 10 euro siano così pochi che si accetta tutto? Boh, io li vedo gli errori, mi danno fastidio, non considero pochi 10 euro e non accetto certi orrori. Mi fa piacere non essere da sola e avere la compagnia tua e di qualche altra ragazza!
      Se fai l'elenco dei traduttori decenti ed indecenti non posso che applaudirti e invitarti a mandarlo a tutti i blog che conosci e visiti, in modo che sia reso pubblico. E' un lavoro egregio!
      Anch'io spero che Darynda Jones la traducano bene, perché è davvero valida, divertente e capace come scrittrice; il primo libro mi sembrava abbastanza ben fatto come traduzione, ma me lo hanno prestato e quindi non posso riprenderlo per vedere chi era la traduttrice! Anch'io incrocio le dita!
      :-)))

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  2. Concordo 10/12 euro non sono pochi in generale e soprattutto nel caso particolare della Leggereditore con le traduzioni che pubblica!
    Il primo di D. Jones lo ha tradotto Silvia Demi la stessa di Dark Passion della Cole, in rapporto ad altri traduttori della Leggere tutto sommato non è malaccio !
    Nel primo della Jones io ho trovato solo 2 frasi brevi un pò incomprensibili all'interno del contesto, altre sottolineature che indicassero errori al tempo della lettura non ne ho fatte, anche la traduzione di Dark passion era un po legnosa ma tutto sommato accettabile!
    Per ora tra i traduttori che secondo me hanno fatto un lavoro proprio inaccettabile nel tradurre metto:
    Alberto Cassani (1°Holly)
    Luca Canu (1°Cole)
    gli altri me li devo ancora riguardare...
    L'ultimo della Leggere che ho letto è stato il primo dei Breeds della Leigh , a parte il fatto che la storia in sé non è un gran che, mi sembrava di aver capito che l'inglese della Leigh fosse semplice da tradurre, invece la traduzione non mi è piaciuta per nulla, anche questo ancora non l'ho riguardato ma mi ricordo che c'erano sia errori sia aggettivi per me non adatti
    es: il leone protagonista cammina rigido ( non mi ricordo più se a causa del dolore dopo una lotta o perché era arrabbiato o altro..) il traduttore a tradotto che camminava "Impettito"...
    Silvia :))))))))))

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    1. Sono del tutto d'accordo! Soprattutto con le indicazioni dei due traduttori che hanno fatto un lavoro indecente; purtroppo ci aggiungerei anche la traduttrice di Dark dream.
      La Leigh è stata una delle prime autrici che ho letto in lingua, proprio perché non ha un inglese difficile (e usa sempre le stesse parole ed espressioni...anche di libro in libro). Il libro non l'ho comprato, ci ho solo dato un'occhiata e mi è parso il classico caso di "traduttore automatico e nessuna revisione".
      Mi dispiace, ancora non capisco se è la casa editrice che dà l'incarico a chi capita, o se invece dà tempi troppo stretti ai traduttori che perciò non hanno neanche il tempo di rivedere il lavoro...Comunque una volta esistevano i revisori e c'era sempre un ultimo controllo prima di mandare un libro in stampa, passaggio essenziale direi.
      Meno male che c'è ancora chi se ne rende conto!!
      Un abbraccio!
      Marinella

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  3. Se esplicitaste gli errori riscontrati prima di menar sentenze, o meglio, aveste esperienza di traduzione, i vostri commenti sarebbero senz'altro più credibili. Non si può parlare di un mestiere o di un ambito se non se ne conoscono le dinamiche. I traduttori hanno tempi ristretti, ma quelli seri svolgono comunque il loro lavoro in maniera impeccabile. Vi assicuro che la revisione esiste ancora e, molto spesso, ciò che vedete pubblicato è frutto di scelte redazionali.
    Se fossi in voi, non mi spingerei così oltre nel diffamare i traduttori facendo pubblicamente nomi e cognomi. Si chiama appunto diffamazione, voi state generalizzando, state ledendo la reputazione dei traduttori citati e questo solo per averne letto _una_ traduzione. Vi assicuro che si può essere querelati per molto meno, e non sempre si può fare appello al diritto di cronaca e critica.

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    1. Ma fammi il favore. Scelte redazionali?! Il lavoro di segnalare tutti gli errori sarebbe francamente gigantesco, e comunque non è il mio lavoro. Io sono una lettrice e sono una persona che conosce la lingua italiana. Prenditi il libro e leggilo, poi capirai. Non si tratta di sfumature di significato, questi sono errori che non fanno gli studenti delle medie! Quindi non è affatto frutto di scelte redazionali. Se il traduttore ha il nome sul libro vuol dire che riconosce il lavoro come suo. E' diffamazione dire che uno ha fatto un lavoro con i piedi? Se la traduzione è fatta con i piedi, io non la chiamo diffamazione, la chiamo verità. Poi se la colpa è sua o di chi l'ha obbligato a fare la traduzione in cinque giorni o di chi gli ha detto: "La revisione la facciamo noi" e poi non l'ha fatta, beh questo non lo posso sapere e l'ho anche detto in molti post, ripartendo le colpe tra tutti coloro che sono coinvolti. E se faccio i nomi è proprio per non generalizzare. Parlo sempre di traduzioni singole, di singole opere. E se vedessi i libri di questo genere che leggo e su cui non ho fatto un lamento, non diresti che ledo la reputazione di un'intera categoria.
      A me la lingua italiana piace. Non mi piace vederla rovinata. Quando non lavoro bene e me lo fanno notare, io chiedo scusa, eventualmente motivo le mie colpe e cerco di rimediare. Non mi metto a dire che chi mi critica sta ledendo la mia reputazione o la categoria di lavoratori cui appartengo.
      E se solo chi fa il traduttore potesse giudicare una traduzione...allora dovrebbe valere lo stesso principio per ogni lavoro. Invece, nei lavori in cui c'è risvolto pubblico o sociale o letterario o artistico, TUTTI possono giudicare il risultato del lavoro. Mi pregio di essere in grado di distinguere un brano scritto bene da uno scritto male. Tant'è: querelami perché penso (SO) di conoscere la lingua italiana.
      E comunque potevi lasciare almeno un appellativo, così avrei saputo come rivolgere a te i miei pensieri...dolci, teneri pensieri, ovviamente.

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    2. Riporta i passi inesatti, facendo un raffronto tra l'inglese e l'italiano, e proponi la _tua_ versione, visto che sei così brava a dare giudizi, e poi ne possiamo discutere. Altrimenti parli di niente. Se ti è data la facoltà di saper leggere, potrai notare che non mi riferivo alla categoria _tutta_ dei traduttori, ma a quelli "citati" (sic), di cui hai sbandierato nomi e cognomi diffamandone l'operato, senza sapere come lavorano. Ti pregi di conoscere la lingua italiana ma, evidentemente, non la comprendi.

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  4. Può darsi che io non la comprenda, ma tu sei ancora qui a leggermi. Beh, del resto anch'io. Sta diventando un alterco tra sordi (ciechi, in questo caso). Ripeto che non penso sia diffamazione, ma critica relativa alle traduzioni di quei libri di cui parlo nel post. Ho scritto titoli e traduttori (dati pubblici; il nome della traduttrice di Dark dream non l'ho messo volutamente) e il mio giudizio sulla traduzione (ovviamente personale), non capisco dove sia la diffamazione. Purtroppo il lavoro di raffronto che proponi tu l'ho potuto fare solo per qualche libro (Soulless di Gail Carriger e Dance with the devil di Sherrilyn Kenyon) e mi ha portato via tanto di quel tempo che onestamente non ne posso impiegare altro, soprattutto se poi, come in quei casi, le case editrici neanche mi rispondono e le altre lettrici si arrabbiano dicendo che comunque l'importante è che i libri siano pubblicati e di non essere pedante.
    La mia copia è piena di segni a matita. Se vuoi ci vediamo e ne parliamo, se non abitiamo troppo lontano. Se sei Ginevra, mi dispiace se ti sei sentita ferita, ma la lettura del libro per me è stata una tortura, e adoravo Rydstrom. So che puoi essere una brava traduttrice, ma questo lavoro non è riuscito bene.
    Mi dispiace per il tono che appare forse condiscendente, come per l'assertività non ci posso fare niente, nella scrittura tendo a non avere quelle mezze misure che ho imparato ad avere nella vita.
    Pace.

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  5. PS. Mi chiamo Marinella, abito a Montiano in provincia di Forlì, e mi puoi contattare all'indirizzo marinellaelisa@libero.it.

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    1. Ciao Marinella, no, non sono Ginevra. Non conosco lei, ma conosco personalmente molti dei traduttori che hai menzionato, e ti assicuro che hanno un'ottima preparazione. Sulla loro serietà nel lavoro posso metterci la mano sul fuoco. Per esperienza, so che questo genere di libri non è scritto in un inglese brillante, spesso lo stesso testo di partenza non è certo da Nobel per la letteratura. In fase di revisione vengono fatti tagli, aggiustamenti, magari l'editor di turno non ha sottomano il testo originale e spesso non ha neanche il tempo di fare quel raffronto dovuto. Aggiungi anche che molte case editrici, prima della pubblicazione, non sottopongono le bozze ai propri traduttori, e questo impedisce loro di discutere delle scelte proprie o altrui. Sono d'accordo con te che ci sono traduttori improvvisati, non professionisti. Non basta conoscere una lingua per tradurre. Ma, come già detto, conosco buona parte dei traduttori da te citati, ho letto le loro traduzioni e so come lavorano. Poi, per carità, capita eccome il momento no, e la traduzione inevitabilmente ne paga le spese. Questa però non è una giustificazione, hai ragione, le traduzioni pessime andrebbero rifiutate prima di tutto dagli stessi editori.
      Detto questo, mi dispiace leggere critiche come queste in rete, con tanto di nomi e cognomi, senza magari conoscere fino in fondo cosa c'è dietro. Se pensi che le traduzioni da te menzionate non siano delle migliori, hai tutto il diritto di pensarlo, però magari prima di esplicitare pubblicamente il tuo disappunto, potevi rivolgerti direttamente alla casa editrice. Se non rispondono alle email, esiste il loro blog, dove puoi scrivere i tuoi commenti, e quelli negativi non vengono censurati, ti assicuro.

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  6. http://www.leggereditore.it/blog.php?id=211 gli ultimi due commenti sono del tenore di quelli postati qui, quindi non c'è censura. Vedo che anche tu avevi commentato, ma era solo un ringraziamento...

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    1. Ciao. Buona Pasqua! Qui piove, spero che almeno da te ci sia il sole.
      Il ringraziamento che avevo scritto era per Grazia, che gentilmente aveva inoltrato a chi di dovere una mia mail in cui avevo messo le cose che ho scritto nel post (grosso modo; non ricordo perfettamente, perché avevo scritto prima l'email e poi ne ho usato delle parti per il post). Infatti una prima mail l'avevo mandata direttamente a info@leggereditore.it, ma non era arrivata neanche la conferma della ricezione, quindi sono passata dal blog curato da Grazia, che è sempre presente e accurata.
      Purtroppo, proprio come dici, le case editrici, almeno quelle tre o quattro a cui ho scritto nello scorso anno, non mi hanno mai risposto. Il blog delle case editrici può essere uno strumento, è vero, ma a me pare sempre che le cose che si scrivono lì poi rimangano solo lì, perse fra centinaia di altri commenti, come su facebook, e non arrivino da nessuna parte...perlomeno è quello che mi capita di solito, tant'è che l'altro giorno, quando ho avuto una risposta sulla pagina facebook della Nord, mi è venuto un colpo dalla sorpresa! Chissà, forse, se avessi avuto un cenno da qualcuno, non sarei stata così amareggiata.
      Io non posso sapere se certe cose che leggo sono opera del traduttore, di chi ha fatto l'editing o di altri, purtroppo però l'unico nome che risulta nel libro, oltre a quello dell'autore, è quello del traduttore, e quindi è il riferimento che ho. Poi sono sicura che alcuni errori derivino da quelle revisioni, tagli e mancato inoltro di bozze di cui tu giustamente parli (ad esempio il problema dei pronomi personali mancanti, per cui in certe scene non si capisce chi fa cosa e chi dice cosa).
      Nel post mi sembrava anche di essere stata moderata, perché non ho messo né il nome del traduttore dei primi due della serie né il nome della traduttrice di Dark dream, e delle tre che ho citato per nome e cognome due le ho lodate e una criticata...I nomi li abbiamo fatti nei commenti, effettivamente. Commenti che io, probabilmente a torto, tendo sempre a considerare come una specie di dialogo privato, soprattutto con questa ragazza che è l'unica che (finora) mi aveva scritto qualcosa. Beh, a parte un amico che si lamentava dello sfondo boschivo precedente a questo: ecco la popolarità del mio blog.
      Ma ho capito quello che intendi dire, e rileggendo il post mi accorgo di quei passi che potevano essere smorzati, o perlomeno attenuati o riscritti in modalità più personale (quindi non "traduzione orripilante", ma magari "traduzione che non mi è piaciuta"). Come ho già detto sopra, nella scrittura tendo a non avere mezze misure, soprattutto quando sono amareggiata e delusa. Cercherò di averle, e di riacquistare la fiducia per scrivere almeno nei blog delle case editrici (le email a info@casaeditrice invece, mi dispiace, non credo che potrò farcela a riprenderle...).
      Inoltre sono davvero ossessivamente fissata su certe cose, lo ammetto: la grammatica e la punteggiatura in primis. Per me vedere una virgola tra soggetto e verbo, una concordanza sbagliata o un passato remoto dove andrebbe un trapassato prossimo ha lo stesso effetto che sentire delle unghie che strisciano su una lavagna. Cose di questo tipo c'erano spesso nei volumi di cui ho criticato le traduzioni. Vedo come scrivi tu, e se mi dici che le persone di cui ho criticato la traduzione di un libro della Cole sono preparate e serie, ti credo, ma allora mi arrabbio PER loro e non con loro! Mi arrabbio per loro perché evidentemente qualcuno non ha dato loro tempo, ha cambiato ciò che avevano scritto o ha tolto delle frasi (o altro...) e così la traduzione sembra campata per aria, improvvisata e ovviamente ne derivano anche degli errori.

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  7. Certo, magari qualche traduttore ha pure protestato una volta vista la stampa (oddio, di solito uno è così prostrato per i tempi ristretti che tutto vuol fare tranne che andarsela a rileggere...), ma i lettori come possono saperlo, se la casa editrice non fa un piccolo mea culpa pubblico? Purtroppo gli stessi blog delle case editrici sono spesso più votati alla promozione e alla pubblicità che a questo genere di cose. E' un'occasione persa, però.
    Allora...ti garantisco che, nelle prossime occasioni (speriamo sempre meno frequenti!), scriverò prima nei blog delle case editrici. Nei miei post sui libri, i nomi dei traduttori saranno esplicitati solo nei casi positivi. Cercherò di prendere tempo per fare almeno alcuni esempi ogni volta che critico qualche traduzione. Farò capire chiaramente che critico aspetti della traduzione che è stata stampata, e non la persona del traduttore.
    Può andare?
    Grazie dei tuoi commenti (soprattutto gli ultimi due, ah ah! ^.^) che mi hanno dato l'occasione di ripensare ad alcune cose e di vederne altre sotto una luce diversa. E soprattutto sono felice che siamo riuscite a dialogare come esseri umani senzienti e coscienti...Spero davvero che, se passerai ancora da questo blog, troverai qualcosa che ti piacerà, ti soddisferà e, magari, ti farà sorridere.
    Ancora auguri di buona Pasqua!

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    1. Grazie per gli auguri, ricambio anche se in estremo ritardo. Ammiro chi riesce a rivedere le proprie posizioni e a riflettere da un punto di vista che non coincide necessariamente con il proprio. Quindi ammiro anche te ;)
      La decisione di criticare non la persona, ma la versione data alle stampe è, a mio parere, molto sensata. Grazie del confronto. Ti auguro tutto il bene del mondo.
      Buone letture future!

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    2. Ah, un paio di cose ancora. Sono contenta che tu abbia eliminato i nomi dei traduttori. Devo dire, a onor del vero però, che non erano solo nei commenti, erano stati menzionati anche nel post. Ho apprezzato molto, in ogni caso, che tu lo abbia rivisto e corretto.
      Una curiosità: cosa ha risposto Grazia, o chi per lei, alla critica che hai mosso alle traduzioni della Cole?
      A presto!

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    3. Ciao.
      Il secondo scritto che avevo mandato (e che ho cercato in questi giorni, senza trovarlo) conteneva anche il link a questo post, quindi non è stato postato sul loro blog; non so se sia stato inoltrato e a chi. Comunque non ho avuto risposta. Un saluto

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