Nelle terre estreme by
Jon Krakauer
My rating:
4 of 5 stars
Scritto con un taglio giornalistico e personale che possono piacere o no (a me il primo non eccessivamente, mentre il secondo mi è parso un atto di onestà intellettuale), il libro, che ho letto parecchi anni dopo aver visto il film, ha chiarito alcuni punti che mi erano rimasti dubbi. In particolare, volevo sapere quali delle frasi del film fossero effettivamente di McCandless e quali no, da quali libri fossero tratte le citazioni che nel film avevo maggiormente apprezzato e se fossero state effettivamente scritte o sottolineate da Chris, se le persone che aveva incontrato fossero state proprio quelle e quanto fedele il film fosse stato all'intensità del rapporto tra Chris e le persone fondamentali nel suo viaggio, Wayne, Jen, Ron, e se avesse reso con veridicità le motivazioni familiari che spinsero Chris a un taglio così netto. Ho trovato le risposte che cercavo, quindi per me la lettura è stata positiva.
Ci sono state cose che non mi aspettavo, che hanno modificato l'alone di eroe sofferente, eremita della verità, che il film aveva creato nella mia mente rispetto alla figura di Chris: nel libro di Krakauer c'è spazio per l'ambiguità e gli elementi di critica, e c'è un contesto familiare meno drammatico, o almeno così a me è parso, di quello che viene accennato nel film.
Rimane il fatto che la figura di Chris a me, che sono una mamma, crea sempre un sordo dolore e un'angoscia intima, perché ciascuna di noi sa bene che un giorno il proprio figlio si leverà come giudice davanti a lei...dobbiamo solo sperare di avergli, nel frattempo, insegnato la misericordia, la compassione, l'empatia.
Anche nel libro, come nel film, si cerca di indagare sull'evoluzione e la crescita di Chris come persona, e si arriva a un punto di ricomposizione, di equilibrio (che effettivamente è meglio resa nel film, in virtù delle immagini, davvero azzeccate, e della canzone "No ceiling" di Eddy Vedder), sottolineato da alcune frasi recuperate nei suoi scritti e nei suoi libri, che si imperniano sulla capacità di amare (il senso delle quali è riportato dalle concise frasi di Ron nel film: "Quando si perdona, si ama. E quando si ama, la luce di Dio scende nei nostri cuori"). Krakauer mostra, con dovizia di particolari, che non fu per incuria o negligenza che a Chris accadde ciò che accadde, ma per una serie di minuzie e sfortunate coincidenze, che sarebbe potute capitare a chiunque (anche allo stesso Krakauer, come egli mostra in un luuunnnnnngggggggo capitolo autobiografico sulla scalata di un monte, anche questo in Alaska). Egli si fa coinvolgere dallo spirito di avventura "fuori tempo massimo" del ragazzo, dalla sua forza d'animo, dal suo rigore ascetico, e queste caratteristiche riesce a trasmetterle benissimo.
E' quindi una lettura positiva, consigliata sia a chi abbia visto il film sia a chi ami i racconti di viaggio e formazione.
Mi ricorda quello che ogni tanto dico a chi sta per partire: che la caratteristica fondamentale del buon viaggiatore è tornare a casa vivo (cit. da PlanetEs).
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