venerdì 28 giugno 2013

Guida rapida agli addii, di Anne Tyler

Guida rapida agli addiiGuida rapida agli addii by Anne Tyler
My rating: 4 of 5 stars

Nonostante l'inizio non molto coinvolgente, il libro mi è piaciuto. E' come il protagonista: non rivela esattamente chi è, ma occorre del tempo per capirlo e poterlo apprezzare. Tocchi di ironia (la serie delle Guide rapide, le Guide rapide che il protagonista immagina nei momenti più impensati, come Guida rapida alle fregature o Guida rapida alla segretaria impazzita - molto intelligente citare questo, che è l'elemento maggiormente ironico, nel titolo italiano) e momenti di luminosa verità, quella verità umana che non è mai alta, ma prosaica, semplice, a volte banale. E un finale di rinascita che mi è piaciuto molto (perché in questo genere di romanzi temo sempre una conclusione angosciante che mi faccia urlare: e che BIP ti ho letto a fare, perché tu possa esprimere la tua idea che il mondo fa schifo?! Scusate, ma ho bisogno di happy ending in questo momento della mia vita).
Protagonista balbuziente e scrittrice che non spiega, ma lascia agire e parlare i propri personaggi: due elementi trovati nello stesso mese in due altri libri, del tutto diversi, ma la duplice coincidenza mi ha reso più cara la lettura.


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giovedì 27 giugno 2013

Red's Hot Honky-Tonk Bar, di Pamela Morsi

Red's Hot Honky-Tonk BarRed's Hot Honky-Tonk Bar by Pamela Morsi
My rating: 4 of 5 stars

Molto carino! Ci ho messo un po' a finirlo perché all'inizio il personaggio di Red mi dava sui nervi e avevo interrotto la lettura al secondo capitolo. Poi mi è venuta voglia di leggere qualcosa di ben scritto e non fantasy, dotato di humor ma non autocompiaciuto, e quindi la Morsi è stata la strada più naturale.
Che bella storia. I personaggi si rivelano da soli, con le loro azioni e parole, e la vicenda si delinea in modo naturale e interessante, con guizzi simpatici e anche momenti di profondità. Le vicissitudini, i sentimenti e i pensieri sono mostrati, non spiegati, in uno stile onesto e convincente. La commozione non è cercata e spiattellata, ma sorge spontanea dal percorso e dall'interazione tra i vari personaggi.
Il setting è anch'esso interessante: il luogo dove Red ha il suo locale, alla periferia di una grande città, in cui si annunciano nuovi piani regolatori e lo smantellamento, insieme alle case e alle strade (che manco hanno un nome, solo un numero), di tutto un modo di vivere; e il quartiere bon ton delle villette in cui Red va a vivere con i nipoti grazie al suo ragazzo, quartiere che all'inizio le appare estraneo, ma che poi imparerà ad apprezzare. Ecco, forse la parola migliore per dire qualcosa di questo libro è proprio "imparare". E il personaggio che maggiormente aiuta Red, i nipoti, la sua stessa zia a imparare, è, nel libro, Cam, il giovane musicista che ha una storia con Red e che nel corso della vicenda si rivela un ragazzo che non vive affatto alla giornata, che sa leggere le persone a cui vuole bene e che ha già avuto la sua parte di sofferenza nella vita.
Una buona lettura, davvero consigliata!


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Alcune citazioni...

"I forgot," Olivia said. "I heard Kendra crying and I wondered why she would be here. I forgot." The initial disbelief in her voice quickly morphed into guilt. "Kendra's dad is hurt, Kelly is scared and I forgot."
"You remember now," Red said. "That's what's important."
"But I forgot!"
"That used to happen to me," Cam said.
He was leaning on the hallway doorjamb (...).
"What do you mean, it used to happen to you?" Olivia asked.
"When my mon was sick," Cam answered. "She was really sick and for a very long time. We moved here to live with my grandmother. Still, some mornings when I'd wake up, like for a moment, I wouldn't remember. I'd think things were the way they had been before."
"Did you feel bad about it?" Olivia asked.
"Yeah, I felt terrible, terrible for a long time," he said. "Finally I talked to my mom about it. Then I felt better."
"What did she say?" Olivia asked.
"She told me those memory lapses were angel gifts."
"Angel gifts?"
"What's an angel gift?" Daniel asked. (...)
"My mom said that God and all the angels in heaven understood how hard it is for a little kid to have to deal with really grown-up things. Things like someone being sick or hurt, someone leaving or even someone dying. That sometimes it just had to be that way, but nobody up there liked it. (...) So sometimes God would let the angels come down and sprinkle some forgetful dust on the child. So that when she's just waking up or he's in the middle of a great game, the boy or girl could forget, just for a few moments, and be just a kid again."
"Cool," Daniel said.
Olivia wasn't so easily convinced. "I never heard of 'forgetful dust'," she said. "It sounds more like Peter Pan than catechism class."
Cam shrugged. "Maybe you'r right," he said. "That's just what my mom told me. She's in heaven now, so she probably knows better that she did then. But it did kind of make sense for me. I mean, what other explanation is there? That I was a bad person because I forget? I don't think I'm a bad person. Do you think I'm a bad person?"
"No!" Daniel exclaimed.

***

Aunt Phyl raised an eyebrow at that. "When a lady receives a favor," she said, "rather than trying to cancel it out, she should take it as an incentive. If you truly didn't deserve it, then you should work harder to be certain that you merit it the next time."
"Wise words," Red said.
"They are not mine, actually, but my mother's," Aunt Phyl said. "It's strange how carelessly we listen to our mothers, yet the important things they teach us, we never seem to forget."
"You are very lucky," Red said. "Not all mothers are wise. I certainly wasn't."
"Aunt Phyl nodded as if considering her statement. "I'm not sure women are able to make that judgement about themselves," she said. "What about your mother?"
"My mother? Good God, she was worse than me," Red said. "Different, very different, but I think worse."
"I'm sorry."
Red shrugged. "No, it's okay. I did better than she did and Bridge is doing better than me," she said. "By the time Olivia is raising children, maybe our family will be passing down wise words just like yours."

***

"Narcissism, that's what shrinks call that," Cam said. "I think it's more or less incompatible with motherhood."

***

"I just realized that my mother and I had something very much in common," she said.
"What's that?"
"Both of us got a phone call from our daughter that offered us a second chance to maybe get things right," Red answered. "I guess I'm just lucky that I had to take the call."

***

"It's always good to konw the truth," Cam said. "Building a lie between you has probably always kept the two of you apart."
"I just don't want to hurt her," Red said. "She's already had to live through enough of my mistakes."
"You're the one who's always telling me hoe tough she is," Cam pointed out. "You've got to have a little faith."

***

Bridge nodded. There was a long silence between them before she asked the question that was on her mind. "Is the rich muckety-muck my dad?"
Red took a deep breath and answered as honestly as she could. "Tecnically, yes," she replied. "But I like to think of him as more of a sperm donor."
Bridge chuckled lightly. "I've got an ex that's kind of like that," she said. "Don't worry, Red. I have no intention of trying to drag some DNA stranger into my life. If you decided that he didn't deserve to be a part of our family, I trust that you had sufficient reason."
Red was surprised by this admission. "Thank you," she replied simply.









mercoledì 26 giugno 2013

Lord's Fall, di Thea Harrison

Lord's Fall (Elder Races, #5)Lord's Fall by Thea Harrison
My rating: 3 of 5 stars

Apprezzo molto Thea Harrison e la sua capacità di delineare mondi e trame interessanti e bei personaggi, ma in questo caso la ricetta non mi ha soddisfatta del tutto. Non tanto quanto nel libro di Rune e Carling, che ho davvero fatto fatica a finire (saranno stati i viaggi nel tempo? O il fatto che Carling sia così insopportabilmente noiosa?), ma...quasi.
Pia, che nel primo libro è simpatica, forte, sarcastica, ma con un cuore dolce, qui è una spocchiosissima bambina viziata. Che ne facesse una giusta, che usasse la testa una volta...ma no. Che venga vista come una specie di eroina non ha nessuna base in ciò che fa o dice.
Dragos...beh, capisco che il personaggio doveva crescere, cambiare dal monolitismo granitico in cui era arroccato, ma l'aveva già fatto nel primo libro! Perché farlo diventare così mollaccione? Mi si perdoni il paragone, ma ho provato le stesse sensazioni che si riverberavano in me alla visione di Iron Man 3. Se Tony Stark si mette a fare dell'autoanalisi e a chiedere scusa, dove andiamo a finire?! Il bello di questi personaggi è che sono eccessivi, autoreferenziali, egotici, supremamente arroganti. E' per quello che ti piacciono e ti fanno sorridere. Ma chi vuole che siano realistici, o peggio, dotati di una sensibilità profonda?! Un Tony Stark sul lettino di Freud a me non dice niente, peggio che peggio se è tutto pucci pucci con Pepper. Si perde tutto il pepe (mi si perdoni il gioco di parole) del loro rapporto.
E lo stesso vale per Dragos.
Anche i comprimari non mi hanno convinta, alcuni perché descritti troppo in fretta, altri perché davvero non memorabili.
In particolare, poi, manca l'humor, che era l'ingrediente essenziale dei primi due libri, e che si è perso quasi del tutto.
Secondo me questa serie ha dato il meglio di sé nel primo libro e nei racconti brevi. Ma chissà che cosa farà Thea Harrison da qui in poi...



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martedì 18 giugno 2013

Heart of Obsidian, di Nalini Singh

Heart of Obsidian  (Psy-Changeling, #12)Heart of Obsidian by Nalini Singh
My rating: 4 of 5 stars

Non sono riuscita a legare con questi personaggi come con altri della serie. Non fraintendetemi: il libro è scritto bene. La lingua usata è bella, rifinita, abile a rendere sensazioni, movimenti, pensieri, azioni. Tanti nodi vengono al pettine, la storia e il contesto nel quale si muovono i personaggi si fanno sempre più coinvolgenti, ci sono personaggi che amiamo e che appaiono, anche se alcuni di sfuggita, finalmente sono giunta a sapere chi aveva aiutato Annie durante l'incidente ferroviario...Si vede la progettazione attenta e intelligente che c'è dietro questa serie. Che è migliorata sempre di più. Tutte le volte che c'era un elemento che mi faceva problema, la scrittrice lo rifiniva nei libri successivi. Donne troppo succubi di uomini alpha? Eccoti Ashaya e Mercy, e che ci provino a controllarle. Troppo focus sul lato romantico? Eccoti Blaze of memory. Troppa insistenza sulla "compagna predestinata"? Eccoti Tangle of need, dove i due si scelgono (alleluya!).
Eppure in questo libro ciò che mi ha interessato e mi ha colpito sono stati i momenti in cui i tre gruppi lavoravano insieme contro PurePsy, il percorso di Kaleb nel libro, le apparizioni di cari volti noti, più che la storia d'amore tra i due, che occupa gran parte della trama. Non è che non sia appassionata. Lo è. Non è che non abbia elementi di grande intensità e pathos. Li ha. Non è che non ci sia un passato doloroso e un duro percorso per la felicità. Ci sono. Non è che non sia importante per tutto il resto della serie. Lo è.
Ma mi è successo un po' come per Acheron e Soteria, non ho legato con la loro storia. Sebbene fosse attesa, forse perché troppo attesa.
Ma c'è stata come una cosa strana...ad un certo punto, mi sembrava di leggere di Severus Piton. Non so che cosa ha scatenato questo collegamento, ma a un certo punto ho iniziato a vedere l'ombra di Piton dietro Kaleb. Forse quel discorso dell'unica cosa importante, quella per cui senza neanche pensare puoi dire che daresti qualunque cosa, l'unica persona con cui aveva un legame di affetto; forse la storia dell'infanzia; forse la fredda determinazione...Chissà. (Mi succede a volte con questa scrittrice, ad esempio anche il caso di Alice sospesa mi ha richiamato un personaggio di Marion Zimmer Bradley). Mi piace pensare che sia così che gli scrittori paghino i loro debiti, facendo rivivere e dando un futuro alternativo alle essenze dei personaggi che sono rimasti impressi in loro. In questo caso, sono felice se, in una qualche terra della fantasia, Piton ha riavuto la sua Lily.

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lunedì 17 giugno 2013

Time Untime, di Sherrilyn Kenyon

Time Untime (Dark-Hunter, #22; Were-Hunter #9; Hellchaser, #5)Time Untime by Sherrilyn Kenyon
My rating: 3 of 5 stars

Non è riuscito come altri della serie. Ogni tanto Sherrilyn Kenyon fa qualche caduta, ma in una serie così lunga, e occupandosi lei di tante altre serie contemporaneamente, c'è quasi da aspettarselo. Però ci si rimane male, soprattutto quando si conoscono bene il valore e le capacità dell'autrice.
Punti negativi: 1) troppo concitato. Corrono là, vanno, tornano, vengono presi...che caos. E tutto in pochissimo tempo. 2) Troppo poco tempo per i due protagonisti per far decentemente sviluppare il loro rapporto. L'escamotage dei flashbacks che Kateri riceve non risolve il problema, ma rende pesante lo svolgimento della trama. Pare che si innamorino per futili motivi, o meglio, lei per compassione, lui perché si sente accettato. 3) Troppi pantheon e sistemi di credenze mescolati. Pietà! Greci, atlantidei, maya, indiani...mi sembrano un po' troppi, davvero. 5) Troppi discorsi che calano dall'alto. Per quanto siano belli, non tutti sono veramente integrati nella trama. 5) Troppi elementi che si sovrappongono caoticamente: la fine del mondo, i tempi, le divinità, le lotte tra fratelli, le nonne...non ci si sta dietro.
Punti positivi: 1) personaggi che allentano la tensione e che hanno battute memorabili (Sundown, Sascha, Acheron...). 2) Bellissimi e profondi discorsi di alcuni personaggi - Ash in primis, ma anche il Guardiano ed altri - commoventi come poche volte può succedere in paranormal romance. 3) Questa scrittrice riesce a descrivere l'affetto in un modo straordinario, sempre nuovo di libro in libro. 4) La riflessione, consueta nei libri della Kenyon, ma non ripetitiva o banale, sul dolore e su come uscire dalla rabbia che provoca. 5) Il prossimo libro è su Styxx.
Consideriamolo un libro di passaggio, e stiamo a vedere come il tutto prosegue.


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Alcune citazioni riguardo a quei discorsi di cui dicevo.


“Life is messy, Ren. It's not easy and it's definitely not for the timid. Everyone has a past. Things that stab them right between the eyes. Old grudges. Old shame. Regrets that steal your sleep and leave you awake until you fear for your own sanity. Betrayals that make your soul scream so loud you wonder why no one else hears it. In the end, we are all alone in that private hell. But life isn't about learning to forgive those who have hurt you or forgetting the past. It's about learning to forgive yourself for being human and making mistakes. Yes, people disappoint us all the time. But the harshest lessons come when we disappoint ourselves. When we put our trust and our hearts into the hands of the wrong person and they do us wrong. And while we may hate them for what they did, the one we hate most is ourself for allowing them into our private circle. How could I have been so stupid? How could I let them deceive me? We all go through that. It's humanity's brotherhood of misery.” 


“We can't change what we've done, but we can always change what we're going to do.” 

“If we're lucky, we find the one person who will hold our trust and keep it sacred and safe against all attackers. That one soul who will restore our belief that people are decent and kind, and that life, while messy, is still the most wondrous gift anyone can know. But until that day comes, we have to try and remember that home isn't a specific place or person. It's a feeling we carry inside ourselves. That touch of the divine that lights a fire inside us that burns out the past and consumes the pain until nothing is left but a warmth that allows us to love others more than ourselves. A warmth that only grows when we do right even while others seek to do us wrong. Peace is knowing that one life, no matter how trivial it seems, touches thousands of others, and learningto respect that about all people. While you may not mean much to the world, to those who know and love you, you are their entire world. And it is knowledge that no one can hurt you unless you allow them to. The only power they have isn't something they're taken or demanded. It's what we give them by choice. And while it is imperative that we value the lives of others, it is equally important to value our own.”

sabato 15 giugno 2013

Steel's Edge, di Ilona Andrews

Steel's Edge (The Edge, #4)Steel's Edge by Ilona Andrews
My rating: 4 of 5 stars

4,5 stelle.
Molto bello. La trama è interessante, ma sono soprattutto i personaggi che attraggono e fanno davvero tifare per loro, in particolare Charlotte. La sua evoluzione, i suoi sentimenti, i dubbi e le scelte difficili che è costretta a compiere, ma che porta avanti con grande dignità, la rendono uno dei migliori personaggi femminili di questa serie e forse dell'intero panorama dell'urban fantasy, in cui troppo spesso i personaggi femminili sono stereotipati, privi di dimensioni, sfaccettature, crescita. A confronto della caratterizzazione e dello spessore di Charlotte, anche il protagonista maschile, che sarebbe un bel tipo profondo e deciso, rimane un po' in ombra, un po' schiacciato, a mio parere. Insomma, del libro si ricorda Charlotte.
Peccato per alcuni elementi, che non mi hanno permesso di dare un voto che arrivasse al 5. La conclusione troppo spiccia (tanto che ci si chiede se NOI SAPPIAMO CHI sia veramente e definitivamente MORTO), un personaggio che appare e che...non solo non ci fa una bella figura, ma non si capisce bene che cosa aggiunga alla trama e al nostro affetto per i personaggi coinvolti nella sua agnizione.
Scrittura capace di donare batticuore, suspance, coinvolgimento, passione, tenerezza, riflessione e profondità, con quei dialoghi così veridici che rendono la lettura delle opere di Ilona Andrews un vero piacere.
Ahimé, pare che sia l'ultimo della serie...Un vero peccato. Di fronte a serie che continuano oltre l'estenuante noia e la prolissa ripetizione o gli improbabili rivolgimenti, questa per me avrebbe potuto andare avanti per altri dieci volumi! Grazie ai due autori per aver creato una così bella serie!!


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Qualche citazione!


“Congratulations," Kaldar said, his voice dry. "You finally managed to find a woman as tragically noble as yourself. I didn't think one existed."
(Richard:) "I'm not tragic."
Kaldar held up his hand. "Spare me. Some children are born wearing a silk shirt; you were born wrapped in melancholy. When they slapped you to make you cry, you just sighed heavily and a single tear rolled from your eye." He dragged his finger from the corner of his left eye to his cheek. " Your first words were probably 'woe is me.'"
"My first words were 'Kaldar, shut up!' because you talked too much. Still do.” 
-
 Richard glanced at the gunman. “At least have the decency to hold the gun properly, you fool. If you don’t know how, pass it to someone who does. I’m not going to suffer being shot at by anything less than a full- fledged lowlife.” 
-
“The idiot had shot their own dog. That’s what happened when the destructive potential of a man’s weapons exceeded his intelligence.” 
-
(Charlotte's thought) “If she died as a result of this journey, it wouldn't be because of slavers. It would be because Richard's inability to communicate would give her a heart attack.” 
-
(Charlotte to a young man that cooperates in the mission:) “Having a fling with you doesn't appeal to me. You're handsome, but you're too inexperienced to be good in bed. Having ridden many horses doesn't make you a good rider; it just proves that you can't recognize a good one or don't know how to keep her.”
-
“It seems that we had...not a better education, per se, but perhaps more incentive to use it. They learn, but they hardly think.” 
-
(Richard's thoughts) “She was beautiful and radiant. He remembered the concern in her eyes. The same concern drove her now, pushing her toward acts of violence. On the surface, he'd be a fool to turn her down. She was driven by tragedy, just like him, and she would be incorruptible, just like him. He needed a blade to kill, but she could kill dozens at once empty-handed. She was Death, and she had just asked to be his ally.” 
-
“Sophie raised her head. Light filtering through the trees dappled her face. “Hawk.”
Charlotte looked up as well. A bird of prey soared above the treetops, circling around them.
“It’s dead,” Sophie said. “George is guiding it. He is very powerful.” The realization washed over Charlotte in a cold gush of embarrassment. 
“Is George spying on Richard and me?”
“Always,” Sophie said. “All those perfect manners are a sham. He spies on everyone and everything. Declan hasn’t been able to conduct a single business meeting in the past year without George’s knowing all the details. He does let go when you make love. He is a prude.”
“‘Prude’ is a coarse word. He has a sense of tact,” Charlotte corrected before she caught herself.
“A sense of tact,” Sophie repeated, tasting the words. “Thank you. The other one is somewhere around here, too.”
“The other one?”
Sophie surveyed the woods. “I can smell you, Jack!”
“No, you can’t,” a distant voice answered” 
-
“I'd appreciate it if in the future when you come up with a plan that makes a hardened criminal pause, you could at least give me the gist of it ahead of time. In broad strokes.” 
-
“We Draytons are many things: pirates, witches, rogues...but nobody ever accused us of being ungrateful. A family has to have standards. Even in the Edge.”

venerdì 14 giugno 2013

Fate's Edge, di Ilona Andrews

Fate's Edge (The Edge, #3)Fate's Edge by Ilona Andrews
My rating: 4 of 5 stars

Bello, con personaggi molto ben definiti e una storia interessante. In particolare, le apparizioni e lo spazio concesso a personaggi di libri precedenti giova alla trama, al ritmo e allo humor. Avrebbero potuto essere trascurate alcune parti troppo estese (la setta religiosa) e approfondite altre (l'innamoramento, la conclusione), alcuni elementi non mi hanno proprio convinta (il setting del primo rapporto d'amore è quanto meno improbabile), ma altri sono stati coinvolgenti e appassionanti (Jack e George, le apparizioni di William e Cerise, i dialoghi, le riflessioni dei personaggi).
Una serie davvero riuscita, che non delude anche ora che ha virato sulla famiglia Mar.


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*Qualche citazione tratta da goodreads...*


* “If the sky could dream, it would dream of dragons.” 
* “Oh, so it was a lifesaving kiss."

"Well, if you want to put it that way..."

Arrogant jackass. "Do me a favor: next time you think my life needs saving, just let me die. I'd really prefer it."

He laughed.

She shook her head. "I'm going to the front with the boys. Don't follow me. You and your paramedic kisses need time to cool off.” 
* “Did I hurt you in the parking lot?"
"No, m'lady. I fell, so I could put a tracker on your car."
"Great.”
* “You're right, my problems are the biggest problems ever," George said. "No, honestly, it's horrible to be me. I'm rich, talented, and I make girls cry."
"How do you make girls cry, exactly?"
George turned to her. His blue eyes widened. His lovely face took on a forlorn, deeply troubled expression. He leaned forward, and, in a theatrical whisper, said, "My past is tragic. I wouldn't want to burden you with it. It's a pain I must suffer alone. In the rain. In silence.” 

* “I never wanted to marry anyone before,” he said. “When two people marry, they surrender a small part of themselves. They become more like each other. I never met a woman who was better than me at things I take pride in, and I never wanted to be like them. I always knew that whoever I was with was temporary. There was always a new woman around the corner. I’ve seen marriages shatter. Twice. My mother left, then Richard’s wife. It almost broke my brother." 
“So how do I know that you won’t move on and leave me broken?”
“Because you are the one. You are better than me in some things, and I am better than you in others.” He drew her into his arms. “I don’t mind being a bit like you. I hope you don’t mind being a bit like me.” 

* “Audrey turned to him, a sly little spark hiding in her eyes. "The only man who gets to call me 'love' would be waking up next to me after a very, very fun night."
Fun night. Oh yes.
"Guess what?" She leaned closer. "You will never be that man.” 
* “Oh, I don't know. I might grow on you."
She furrowed her pretty eyebrows. "Like a cancer?"
"Like a favorite vice.” 
* “The heavy eyelids snapped open. Jack froze.
A huge gold-and-amber eye, as big as a dinner plater, stared at him. The dark pupil shrank, focusing.
Jack stood very still.
The colossal head turned, the scaled lip only three feet from Jack. The golden eyes gazed at him, wirling with fiery color.
Jack breathed in tiny, shallow breaths.
Dont blink. Don't blink...
Two gusts of wind erutped from the wyvern's nostrils Jack jumped straight up, bounced off the ground into another jump, and scrambled up the nearest tree.
In the clearing, Gaston bent over, guffawing like an idiot.
'It's not funny!” 

mercoledì 12 giugno 2013

Che cosa vorrei rivedere al cinema

Ultimamente siamo andati al cinema abbastanza spesso, grazie a una serie di buoni e convenzioni. Perché a parte qualche coraggiosa e santa sala cinematografica che continua a proiettare film della passata stagione a un prezzo più che accessibile (€3), purtroppo le altre sale e catene di cinema sono talmente costose che piuttosto ti compri la parure di perle (vere).
Purtroppo i lungometraggi animati mi deludono quasi sempre, ahimé. Il 3D ha rovinato le storie perché si privilegiano soprattutto (e a volte solo) gli aspetti scenografici che in 3D dovrebbero dare un po' d'esaltazione (...?). E la storia, la trama, i dialoghi, le concatenazioni di eventi, la consequenzialità, un senso globale di uno sviluppo organico vanno a farsi benedire. Così, apprezzi, ma alla fine ti chiedi: "Ma qual era il succo della storia?..." Spesso la risposta non è che non la si trovi, non c'è proprio.
Allora nasce la nostalgia per quei lavori (che a questo punto diresti capolavori) che erano fatti con manovalanza da certosini, con scrupolo e acutezza, con cuore e sensibilità, con profondità pedagogica.
E che vorrei tanto rivedere al cinema.

*Porco Rosso, di Hayao Miyazaki. Un atto di amore all'Italia e al volo. Una storia intensa e dei personaggi indimenticabili. Delicato e delizioso e insieme struggente e profondo.



*Principi e principesse, di Michel Ocelot. Delizioso, dolce e ironico, con tanti echi dalle fiabe tradizionali e una grafica impeccabile nella sua essenzialità.



*La gabbianella e il gatto, di Enzo D'Alò. Semplice e profondo come il libro, con disegni dal tratto accattivante e scelte intelligenti. Bellissime le rime di Tognolini per la canzone di Kenga, accompagnata da una musica dolce e da immagini di simpatia unica, per un risultato struggente.


martedì 11 giugno 2013

Canzoni da film d'animazione

Le più belle canzoni dai film d'animazione che ho visto ultimamente...


La canzone di Arrietty


http://www.youtube.com/watch?v=OKcjTKFnVkE


La canzone dell'amicizia col drago




La preferita di mio figlio!










lunedì 3 giugno 2013

La Lego e le frasi epocali

Stamattina mio figlio giocava a Lego. Mentre gioca fa le voci, a volte però sussurra intere frasi, di commento o riflessione o citazione da cose che ha sentito. Stamattina ne ho sentita una...

"...versò la sua malvagità, la sua rabbia e la sua volontà per dominarli tutti."

Quando ha finito di giocare, gli ho chiesto che frase fosse, dove l'avesse sentita. E lui: "Ne Il Signore degli anelli..." e me l'ha ripetuta, con sguardo direi consapevole. Brrr...




domenica 2 giugno 2013

Citazioni da Into the wild


Alcune frasi, quelle che mi hanno più colpito alla lettura del libro Into the wild.


  • Frasi di Chris


Ho deciso che per un po' farò questa vita. Non mi riesce di rinunciare a tutta questa libertà e semplice bellezza.

(Cartolina a Wayne)

Ti sbagli se credi che la gioia derivi soltanto o principalmente dalle relazioni umane. Il Signore l'ha disposta intorno a noi e in tutto ciò che possiamo sperimentare. Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale. (...) ...comincerai a goderti il grande lavoro che il Signore ha compiuto nell'Ovest americano.

(Lettera a Ron Franz)

Da due anni cammina per il mondo. Niente telefono, niente biliardo, niente animali, niente sigarette. Libertà estrema. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui dimora è la strada. Scappato da Atlanta. Mai dovrai fare ritorno perché l'Ovest è il meglio. E adesso, dopo due anni a zonzo, arriva la grande avventura finale. La battaglia epocale per uccidere il falso essere interiore e concludere vittoriosamente il pellegrinaggio spirituale. Dieci giorni e dieci notti di treni merci e autostop lo hanno portato fino al grande bianco del Nord. Per non essere più avvelenato dalla civiltà, lui fugge, e cammina solo, sulla terra, per perdersi nella natura selvaggia.

(Dichiarazione incisa su un pannello di legno nel Magic bus. Citazione dalla traduzione del film più che dalla traduzione presente nel libro)

Vivere ponderato: attenzione consapevole ai fondamenti della vita e costante attenzione all'ambiente circostante e a ciò che a esso è correlato, ad esempio un lavoro, un compito, un libro, qualsiasi cosa richieda efficace concentrazione (la circostanza non ha valore. Ha valore come ci si relaziona a una circostanza. Il significato vero risiede nella relazione personale con un fenomeno, quello che significa per te). La grande santità del cibo, il calore vitale. (...) Assoluta verità e onestà.

(Scritto sul diario trovato nell'autobus)

Felicità è vera soltanto se condivisa.

(Frase annotata sul libro Il dottor Zivago)

Ho avuto una vita felice e ringrazio il Signore. Addio e che Dio vi benedica!

(Messaggio d'addio lasciato da Chris sul retro di una pagina con una poesia di Robin Jeffers sulla morte)


  • Frasi sottolineate da Chris


Per un istante le si rivelò il profondo significato della sua esistenza. Era lì per cercare di capire la frenetica bellezza del mondo, per dare a ogni cosa il suo vero nome e, se le sue forze non fossero bastate, per generare dei figli che l'avrebbero fatto in sua vece.

Oh, come si desidera a volte poter scappare dall'insulsa monotonia dell'umana eloquenza. dalle frasi sublimi, per cercare rifugio nella natura, apparentemente così silenziosa, oppure nel mutismo di fatiche lunghe ed estenuanti, del sonno profondo, di musica vera o dell'umana comprensione zittita dall'emozione!

D'un colpo, ogni cosa è cambiata, il tono, l'aria, non si sa che pensare, chi ascoltare. Quasi che per tutta la vita ti avessero condotto per mano come una bambina e, d'un tratto, ti avessero lasciato: impara a camminare da sola. E non c'è nessuno intorno, né amici né autorità costituite. Allora ci si vorrebbe poter affidare all'essenziale, alla forza della vita o alla bellezza o alla verità, perché esse, e non le autorità umane ormai travolte, ti dirigano in modo sicuro e senza riserve più di quanto non avvenisse nella solita vita di sempre, ora tramontata e lontana.

Da Il dottor Zivago di Boris Pasternak

Volevo il movimento, non un'esistenza quieta. Volevo l'emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla.

Da La felicità familiare di Lev Tolstoj

Datemi la verità, invece che amore, denaro o fame. Sedetti a una tavola imbandita di cibo ricco, vino abbondante e servi ossequiosi, ma alla quale mancavano la sincerità e la verità; partii affamato da quel desco inospitale.

Da Walden ovvero vita nei boschi di Henry David Thoreau

Soltanto ora capivo perché egli diceva che la felicità sta solo nel vivere per gli altri. (...)
Io ho vissuto molto e mi pare di aver trovato quel che occorre per essere felice. Una vita tranquilla, appartata nella nostra solitudine di campagna, con la possibilità di fare del bene alla gente che si lascia aiutare e non è abituata a questo, poi il lavoro, un lavoro che sia di un qualche beneficio, poi il riposo, la natura, un libro, la musica, l'amore per il prossimo, ecco una felicità al di là della quale non osano spingersi i miei sogni. Ma qui, oltre a tutto ciò, una compagna come te, una famiglia, forse, questo è tutto quanto un uomo può desiderare.

Da La felicità familiare di Lev Tolstoj (passaggi modificati rispetto alla traduzione presente nel libro e portati alla somiglianza con la citazione presente nel film)

Ma che cos'è la storia? E' un dar principio a lavori secolari per riuscire a poco a poco a risolvere il mistero della morte e vincerla un giorno. Per questo si scoprono l'infinito matematico e le onde elettromagnetiche, per questo si scrivono sinfonie, ma non si può progredire in tale direzione senza una certa spinta. Per scoperte del genere occorre un'attrezzatura spirituale, e in questo senso i dati sono già tutti nel Vangelo. Eccoli. In primo luogo, l'amore per il prossimo, questa forma suprema dell'energia vivente, che riempie il cuore dell'uomo ed esige di espandersi e di essere spesa. Poi, i principali elementi costitutivi dell'uomo d'oggi, senza i quali l'uomo non è pensabile, e cioè l'idea della libertà individuale e della vita come sacrificio.

Da Il dottor Zivago di Boris Pasternak


  • Frasi di Krakauer

...Christopher Johnson McCandless ricevette alla nascita doti fuori dal comune e una volontà difficilmente deviabile dalla propria traiettoria. All'età di due anni si alzò nel mezzo della notte e senza svegliare i genitori raggiunse ed entrò in un'abitazione in fondo alla via per saccheggiare il cassetto dove il vicino teneva le caramelle.

Quando si tratta dei propri genitori, i figli riescono a diventare giudici spietati e poco inclini alla clemenza.

Ancor più degli adolescenti in genere Chris vedeva solo il bianco o il nero, e giudicava se stesso e gli altri secondo un codice morale di insostenibile rigore.

Eppure né allora né mai affrontò la questione coi genitori. Al contrario si sforzò di tenere segreta l'oscura verità e di esprimere trasversalmente la propria rabbia, tramite il silenzio e un'ostile ritrosia.

Di tanto in tanto scoppia in lacrime, piangendo come soltanto una madre che è sopravvissuta al figlio può fare, tradendo un senso di perdita talmente profondo e irreparabile che la mente vacilla nel constatarne le dimensioni.

Già da piccolo avevo goduto di grande libertà e responsabilità, per le quali avrei dovuto essere grato, ma non lo ero, anzi, mi ero sentito oppresso dalle aspettative paterne. Mi era stato inculcato che qualsiasi cosa non fosse vittoria corrispondeva a una sconfitta, e secondo la logica impressionante dei figli, non attribuivo a questa considerazione un significato retorico, ma prendevo le parole alla lettera. Ecco perché più tardi, quando segreti familiari nascosti a lungo vennero a galla, quando notai che questa deità che pretendeva soltanto perfezione in realtà non era perfetta, anzi semmai tutt'altro, be', non fui capace di metterci una pietra sopra. Al contrario, mi lasciai consumare da una rabbia accecante. La rivelazione che mio padre fosse umano, e terribilmente umano, andava oltre la mia capacità di perdono. Dovettero passare due decenni perché mi accorgessi che la rabbia era svanita, e che era svanita da anni. L'avevano soppiantata una pietosa simpatia e qualcosa di non lontano dall'affetto.

Da giovane ero diverso da McCandless per molti, rilevanti aspetti. Soprattutto non possedevo né il suo intelletto né i suoi nobili ideali. Eppure credo che fossimo analogamente segnati dal difficile rapporto con i padri, e sospetto che avessimo una simile intensità, spericolatezza e agitazione dell'anima. Il fatto che io, al contrario di Chris, sia sopravvissuto all'avventura in Alaska, rimane essenzialmente una questione di fortuna.

Non è poi così inconsueto che un giovane si lanci in un'impresa considerata incauta dai più vecchi. Nella nostra cultura, non meno che in altre, l'esporsi al rischio costituisce una sorta di rito di passaggio. Il pericolo ha sempre esercitato un certo fascino. (...) Sentiva il bisogno di mettersi alla prova di continuo (...). Possedeva grandi ambizioni spirituali e, nell'assolutismo morale che caratterizzava il suo credo, una sfida il cui successo fosse assicurato non era più tale. (...)
A differenza di Muir e di Thoreau, McCandless si avventurò nella foresta non tanto per riflettere sulla natura e sul mondo in generale, quanto per esplorare il paesaggio interiore della propria anima. Dovette presto scoprire quello che Muir e Thoreau già sapevano: inevitabilmente un soggiorno prolungato in un ambiente ostile sposta l'attenzione tanto all'esterno quanto all'interno, ed è impossibile vivere della terra senza sviluppare una sottile comprensione, e un forte legame emotivo, con la terra stessa e tutto ciò che contiene.

Morire di fame non è un modo piacevole di finire i propri giorni. (...) Tuttavia alcune persone recuperate in queste condizioni ricordano che verso la fine la fame svanisce, i dolori lancinanti si placano e la sofferenza viene rimpiazzata da un'euforia sublime, da un senso di calma accompagnato a una chiarezza mentale quasi trascendente. E' bello pensare che McCandless abbia potuto sperimentare una simile estasi.

Una delle ultime cose che Chris McCandless fece in vita fu quella di scattarsi una foto accanto all'autobus sotto la volta celeste del cielo d'Alaska. Con una mano rivolge il biglietto d'addio all'obiettivo e con l'altra porge un saluto sereno e coraggioso al mondo. (...) Chris sorride, e il suo sguardo è inequivocabile: McCandless era in pace, beato come un monaco che va dal Signore.



  • Frasi citate da Krakauer


Non dovremmo negare (...) che l'essere nomadi ci ha sempre riempiti di gioia. Nella nostra mente viene associato alla fuga da storia, oppressione, legge e noiose coercizioni, alla libertà assoluta, e la strada ha sempre portato a Ovest.

Da The American West as living space di Wallace Stegner

Il deserto è l'ambiente della rivelazione, geneticamente e fisicamente alieno, sensorialmente austero, esteticamente astratto, storicamente nemico. (...) Le sue forme sono audaci e suggestive. La mente è sopraffatte da luce e spazio, dalla novità cinestetica dell'aridità, delle alte temperature e del vento. Il cielo del deserto è avvolgente, maestoso e terribile. (...) L'angolosità delle forme del deserto conferisce sia alle nuvole sia alla terra un'architettura monumentale. (...)
Nel deserto si recano profeti ed eremiti; viandanti ed esuli lo attraversano. I leader delle grandi religioni vi hanno cercato i valori spirituali e terapeutici del ritiro, non per fuggire ma per trovare la realtà.

Da Man in the landscape: A historic view of the esthetics of nature di Paul Shepard

E' vero che molto individui creativi non riescono a stabilire rapporti affettivi maturi e che alcuni sono estremamente isolati. E' anche vero che in alcuni casi un trauma, sotto forma di un lutto o di una precoce separazione, indirizza la persona potenzialmente creativa verso lo sviluppo di quegli aspetti della sua personalità che trovano compimento in una relativa solitudine. Ciò non significa tuttavia che la ricerca creativa solitaria sia di per sé patologica.

Da Solitudine. Il ritorno a se stessi, di Anthony Storr

Potrebbe, dopotutto, essere la brutta abitudine dei talenti creativi quella di investire se stessi in estremi patologici, che consentono di raggiungere profonda conoscenza ma non vita lunga a chi non riesce a tradurre le proprie ferire psichiche in arte o pensiero significativi.

Da In search of the miraculous di Theodore Roszak

In America abbiamo la tradizione del "grande fiume a due cuori": portare le proprie ferite nella natura per una cura, una conversione, un riposo o quel che sia. E come nel caso di Hemingway, se le ferite non sono troppo gravi, funziona. Ma qui non siamo nel Michigan (o per quanto, neppure nelle grandi foreste del Mississippi di Faulkner). Qui siamo in Alaska.

Da Up the black to Chalkyitsik di Edward Hoagland

Everett Ruess era alla ricerca della bellezza, bellezza concepita in termini piuttosto romantici. Saremmo propensi a deridere questo suo stravagante culto, se non fosse per quel non so che di magnifico derivante dall'assoluta dedizione. L'estetica come posa da salotto è ridicola, a volte addirittura oscena. Come stile di vita invece può portare alla dignità.

Da Mormon Country di Wallace Stegner

Perché i bambini sono innocenti e amano la giustizia, mentre buona parte di noi è malvagia e naturalmente preferisce la pietà.

Gilbert Keith Chesterton

Le proprietà fisiche del territorio trovavano in me una corrispondenza. I sentieri che mi trovavo a percorrere conducevano esternamente a colline e acquitrini, ma avevano uno sviluppo anche interiore. E dallo studio del suolo, dal leggere e dal pensare derivò una sorta di esplorazione, in me stesso e delle terra che col tempo nella mente diventarono un tutt'uno. (...) Che andassi a piedi, con scarponi o in slitta, fra le ombre tardive e raggelanti delle colline d'estate, una fiammata in alto o un percorso nella neve avrebbero indicato dove sarei andato. E che il resto dell'umanità mi trovasse se ne fosse capace.

Da The stars, the snow, the fire: twenty-five years in the nothern wilderness di John Haines


Ciò che caratterizza la montagna oltre quella linea terrena è l'essere intatta, grandiosa, terribile. Mai può diventare familiare; nel momento stesso in cui vi metti piede, sei smarrito. Conosci la via, eppure vaghi, eccitato, sulla pietra nuda e liscia, come se fossero aria e nuvole solidificate. Non v'è dubbio che quella vetta fosca e rocciosa, nascosta fra le nuvole, fosse assai più terribile, sublime ed eccitante del cratere di un vulcano che sputa fuoco.

Da Diario di Henry David Thoreau

E' pazzo di rabbia per il fatto che era piccolo quando tu eri grande, ma no, le cose non stanno esattamente così, è pazzo di rabbia perché era impotente quando tu eri potente, ma no, nemmeno questo, è pazzo di rabbia perché era contingente quando tu, padre, eri necessario, ma nient'affatto, è furioso perché quando ti voleva bene tu non te ne accorgevi.

Da Il padre morto di Donald Barthelme

La natura selvaggia attirava chi fosse annoiato o disgustato dall'uomo e dalla sua opera. Non soltanto costituiva una possibilità di fuga dalla società ma anche il palcoscenico ideale sul quale esercitare il culto che l'individuo romantico spesso faceva della propria anima. La solitudine e la totale libertà di una terra selvaggia creavano l'ambientazione ideale per la malinconia o l'esaltazione.

Da Wilderness and the american mind di Roderick Nash

La natura era qualcosa di selvaggio e terribile benché bellissimo. Guardavo con soggezione la terra che calpestavo per vedere cosa avessero compiuto le Forze - la forma, il mondo, il materiale della loro opera. Questa era la Terra di cui sentiamo parlare, creata dal caos nella notte dei tempi. Qui non c'erano giardini ma il globo incontaminato. Niente prati né pascoli né coltivazioni né boschi né terre arabili né incolte né desolate. Era la superficie fresca e naturale del pianeta Terra, com'era stata creata per i secoli dei secoli (...), così la Natura l'ha fatta e che l'uomo la usi se può. Perché egli in realtà non vi era associato in alcun modo. Era Materia, vasta, terrificante (...). Era palese la presenza di una forza che non era tenuta a essere gentile con l'uomo. Luogo di paganesimo e riti superstiziosi - abitato da uomini più vicini alla roccia e agli animali selvatici che a noi (...).

Da Ktaadn di Henry David Thoreau


Ancora aleggia l'ultimo triste ricordo, a volte passa come una nuvola veloce e oscura il sole, raggelando il ricordo di tempi più felici. Ci sono state gioie troppo grandi per essere descritte a parole, e ci sono stati dolori sui quali non ho osato indugiare. Con questo in mente dico: scala se vuoi, ma ricorda che forza e coraggio non sono niente senza prudenza, e che una momentanea negligenza può distruggere la felicità di una vita intera. Non fare nulla di fretta. Guarda bene a ogni passo, e fin dall'inizio pensa che potrebbe essere la fine.

Da Scalate sulle Alpi di Edward Whymper

Dormiamo al suono dell'organetto del tempo e ci svegliamo, se mai ci svegliamo, al silenzio del Signore. E poi, quando ci svegliamo sulle sponde profonde del tempo non creato, poi quando l'accecante oscurità prorompe sulle distanti pendici del tempo, allora è il momento di pensare alle cose, come la ragione e la volontà, allora è il momento di romperci il collo verso casa.
Non esistono eventi ma pensieri e le difficili svolte del cuore, il suo lento imparare ad amare e chi amare. Il resto non sono che storie e pettegolezzi per altri momenti.

Da Holy the firm di Annie Dillard


  • Frasi di alcune persone
Non so come potrò mai superare questa cosa. Non stavo sognando, non me lo sono immaginato, era proprio la sua voce che mi pregava: "Mamma, aiutami!", ma non potevo aiutarlo perché non sapevo dove fosse. E non mi disse nient'altro, solo: "Mamma, aiutami!"

Ricordo di Billie Johnson, madre di Chris


  • Frasi inserite da Sean Penn 
Quando si perdona, si ama. E quando si ama, la luce di Dio scende sui nostri cuori.

(Detta da Ron Franz a Chris dopo la salita di un monte).