sabato 23 ottobre 2021

Solerzia da una parte, occhi chiusi dall'altra: la nassa che usi

Sono così solerti nell'indagare persone che propongono pacifiche azioni di dissenso (certo, fastidiose, se no che dissenso è?), nel mandare provvedimenti di sospensione a medici e infermieri eroi di ieri e cani di oggi (senza neanche avvisare gli assistiti, cosa che fa dubitare che il fine sia proprio proprio la difesa della tua salute), nel chiudere chat, nel bannare persone, nell'individuare i pericolosi, nell'arrivare immediatamente al minimo segno di colluttazione, nel porre forze dell'ordine schierate per cose che ieri avrebbero fatto poca notizia, nel mantenere questo controllo serrato del territorio tramite le stesse forze dell'ordine, nel mandare droni per vedere chi va in spiaggia o passeggia in centro senza sporta di immondizia, che non riesco a fare a meno di chiedermi: MA TUTTO IL RESTO che non riuscivate mai a vedere, a prevedere, a ipotizzare, a tracciare...stupri, atti di terrorismo, violenze, furti, devastazioni, azioni mafiose...come è possibile che ora per le prime riuscite e invece per queste altre non ce la faceste? 

A pensar male, uno direbbe che dietro c'è una scelta precisa.



Chimere

 Leggi questo, e dimmi se non ti spaventi.

Nota: avevo capito dall'articolo su Treccani che negli USA era stato bloccato l'ibrido uomo-animale fino al 2025. Cioè dopodomani. Pare non sia così - o che se ne infischino - dall'articolo di Ansa. E chissà gli altri paesi, Cina in testa, che hanno fatto finora.

https://www.treccani.it/vocabolario/embrione-chimerico_%28Neologismi%29/

e soprattutto

https://www.treccani.it/enciclopedia/le-chimere_%28XXI-Secolo%29/

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2021/04/15/ottenuti-embrioni-chimera-uomo-scimmia_85e71905-8338-45e3-960a-3a877b3f4db0.html

Io capisco decisamente poco gli aspetti più tecnici, ma mi sembra davvero inquietante.

Continuo a chiedermi: ma non c'è un punto in cui gli esseri umani capiscono che è meglio fermarsi, dire basta, oltre non andiamo? Tutto ciò che è scientificamente possibile è in automatico eticamente lecito? Non posso credere che lo vedano come un bene, a meno che non si sia smarrita l'essenza e il significato della parola 'bene', che valga solo l'utile (per fini poi raggiungibili in altri modi, ben più tradizionali) e soprattutto il redditizio.

Vanno a pasticciare con la materia e non capiscono nulla di spirito. Cosa possono sapere dell'identità dell'essere umano, costoro che mescolano geni come se fossero tesserine di un puzzle?

Meno male che ero stata avvertita, da Lunamoonda di Tognolini e da Full Metal Alchemist.

E che ci sono altri che pensano nello stesso mio modo, ad esempio

https://www.centrostudilivatino.it/embrioni-chimera-come-prospettiva-concreta-e-problema-bio-giuridico/

da cui riprendo questa citazione di Carl Schmitt, che mi fa riflettere su come, invece di tutelare di più, di rispettare la natura, la imbrigliamo, la dominiamo, ci facciamo beffe di lei con le nostre pretese falso-ecologiche e non ne sappiamo più neanche vedere gli insegnamenti. (Ad esempio, anche le riflessioni su un  nuovo stile di vita divenute di pubblica riflessione durante la pandemia hanno lasciato il posto a un ecologismo di facciata che mescola e confonde qualche buon proposito con un green washing che non vuole far altro che permettere la continuazione del modello del capitalismo finanziario e del benessere di pochi ammantandolo di belle parole e nobili fini).

“rispetto alla natura ci sentiamo oggi molto superiori. Non la temiamo più e anche se ci aggredisce con malattie e catastrofi, nutriamo la speranza di sconfiggerla in breve tempo. L’uomo, un essere vivente reso debole dalla natura, si è prepotentemente distaccato dal proprio ambiente con l’aiuto della tecnica. Si è fatto signore della natura e di tutti gli esseri che vivono sulla terra. Le barriere tangibili che nel passato la natura gli aveva opposto, come il freddo e il caldo, la fame e la carestia, gli animali selvatici e i pericoli d’ogni sorta, queste barriere naturali hanno perso molta della loro forza”.



Brutte notizie: un nuovo esercito

 "Ecco l’esercito Ue: subito 5000 unità, intelligence comune e uno scudo spaziale - la Repubblica" https://www.repubblica.it/esteri/2021/10/21/news/cinquemila_uomini_e_uno_scudo_spaziale_nasce_la_prima_difesa_europea-323243674/amp/

Il titoletto, questi titoli acchiappa click che fanno sempre più schifo e sono sempre più lontani da ciò che dice l'articolo e pure dalla verità, se mai la si riesca a rinvenire, recita:

Bruxelles punta a farlo partire nel 2025 . Agirà in tutto il mondo contre le minacce ibride. Contrari i baltici

Le minacce ibride? Come gli ibridi di Hunger Games? O intende sia umane che digitali? O forse intende sia esterne che interne?

Perché questo esercito servirà soprattutto per reprimere il dissenso interno, le contestazioni o gli episodi di rifiuto sistemico. 

Notare l'ambiguità dell'espressione "un esercito per l'Europa".






venerdì 22 ottobre 2021

Hacker

 Gli hacker (russi?) han rubato dati della Siae. Hanno chiesto un riscatto.

Scusate, hacker russi, che attaccaste la Regione Lazio faceva un po' ridere, ma qui stiamo sfiorando l'assurdo, cioè da Matrix andiamo a finire a Natale da qualche parte. 

Ora, guardate, noi qui non è che abbiamo  Dostoevskij. 

Cioè, voglio dire, Volo e Murgia, Speranza e Burioni, Tosa e Saviano... 

Giusto proprio Barbero si salva.

Perciò, prima che a qualcuno venga la sciagurata idea di raggranellare quattrini (che NON CE LI ABBIAMO), per carità, fate un favore agli italiani e distruggete tutto! 








giovedì 21 ottobre 2021

Battute veloci

Chissà Umberto come si rigira nella tomba, vedendo che mettono Eco dappertutto.

Addirittura: 'la UE deve creare un ecosistema europeo di microchip'.

Ossimoro.

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Non sono tre asterischi a favore dell'identità di genere fluida, né tre stelline che due le ho perse, sono le tre stelle che annunciano l'inizio del nuovo giorno nell'ebraismo (che inizia con la sera, 'erev). 

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Se avessi avuto dei dubbi sulle conclusioni dell'esperimento di Milgram, mi sono passati tutti.

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33 ore a educazione civica, il numero è troppo perfetto per essere casuale: è processo di eliminazione di un'altra materia. Indovina quale? 

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Siccome sull'Afghanistan vent'anni fa lo dicevo che mi sembrava una scemenza 'andiamo a liberare le povere donne afghane dal burqa' ora vi prego di considerare non dico profeticamente, ma almeno seriamente le mie parole sulla situazione presente.

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Cassandra in A Thousand Ships, la scrittrice avrebbe dovuto darle più rilievo. Ma Nemo propheta in patria. 

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'Fanno il deserto, e lo chiamano pace'. 

'Legge per la difesa del sangue e dell'onore tedeschi' 

Quando si inizia a sfruttare le parole per mascherare la verità e ottenere fini precisi, è un brutto baratro che si prende. 

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...E cogliamo l'occasione per schierare i nostri migliori giocatori: contro i due filosofi dall'impeccabile reputazione e dal chiaro nome, niente di meglio che Gramellini a destra e Cecchi Paone a sinistra, con supporto dei cento sedicenti filosofi in tribuna (dal nome non chiaro, peraltro); contro la religione (che ghiotta occasione!) un imbolsito ma petulante Galimberti inizia l'equiparazione con la superstizione; contro le medicine alternative, i paladini del microscopio avanzano pretesa di messa al bando di tutte queste attività fantasiose e illogiche, al fine di ripristinare la correttezza dell'unica vera prassi, cui affidarsi senza se e senza ma... 











domenica 17 ottobre 2021

La lezione del 1980, di Dino Buzzati


Se non avete mai letto Buzzati, fatelo ora. Adesso. Ci sono racconti che valgono per il tempo presente, ad esempio questo che metto sotto.
Da Il colombre, in cui dovete assolutamente leggere anche, oltre al racconto che dà il titolo alla raccolta, La creazione, in cui Dio e gli angeli si ingegnano per creare bene; L'arma segreta, con uno scontro tra le due superpotenze che finisce in modo emblematico; Povero bambino, che ci introduce nei meandri della formazione di una psiche diciamo solo non comune; Cacciatori di vecchi, sull'odio per il diverso e il fatto che poi tu lo diventi; L'uovo, sulla forza delle madri; La torre Eiffel, bellissimo,  un'opera breve e poetica sulle torri che mi ha fatto pensare a Lo stemma cittadino di Kafka.
Poi, da Sessanta racconti: Sette piani, emblema dell'assurdo della burocrazia applicata alla sanità, L'uccisione del drago, sul nemico che tale non è e la minaccia che tu crei e di cui diventi vittima; Una cosa che comincia per elle, sulla malattia e l'essere trattati come paria; La canzone di guerra, sull'insensatezza dei conflitti; la bellissima poesia Inviti superflui; L'uomo che volle guarire, su come ottenere quello che desideriamo ci cambia profondamente; Era proibito, sulle subdole forme di censura e sulla resistenza; Una lettera d'amore, su come ci facciamo distrarre dal tran tran quotidiano e dimentichiamo l'essenza; La parola proibita, su come ci si abitua all'eliminazione della parola e quindi di parte del pensiero.

°°°

Dino Buzzati, La lezione del 1980


da Il colombre e altri racconti


Stufo finalmente di tante beghe, il Padre Eterno decise di dare agli uomini una salutare lezione.

Alla mezzanotte precisa di martedì 31 dicembre 1979, il capo del governo sovietico, Pietro Semionovic Kurulin, morì d’un colpo secco. Stava giusto brindando al nuovo anno, durante un ricevimento ai rappresentanti della Federazione democratica dell’Africa orientale – ed era al dodicesimo bicchierino di vodka – quando il sorriso gli si spense sulle labbra e lui piombò a terra come un sacco di cemento, fra la costernazione generale.

Il mondo fu scosso da opposte reazioni.

Si era giunti a una delle punte più acute e pericolose della guerra fredda, quale forse non si era avuta mai. Il motivo occasionale della tensione fra blocco comunista e blocco occidentale era la disputa per il possesso del cratere Copernico, sulla Luna.

Nel vasto comprensorio, ricco di metalli rari, si trovavano forze di occupazione americane e sovietiche; le prime concentrate in una ristretta zona centrale, le altre tutto all’intorno.
Chi vi era sceso per primo? Chi poteva vantare un diritto di precedenza?

Proprio qualche giorno prima, cioè alla vigilia di Natale – gesto che fu giudicato di pessimo gusto nei paesi liberi – Kurulin, a proposito del cratere di Copernico, aveva tenuto un discorso assai rude, sottolineando senza mezzi termini la superiorità sovietica in fatto di “mezzi decompressivi” (le bombe termonucleari, già usate un tempo come spauracchio nei conflitti internazionali, erano ormai un polveroso vecchiume).
«I responsabili di questa nuova aggressione capitalista» aveva detto in uno stile che ricordava la buon’anima di Kruscev «vogliono fare i conti senza l’oste? Nel giro di venticinque secondi noi oggi siamo in grado di far scoppiare come tanti palloncini tutti gli abitanti dei loro rispettivi Paesi.» E alludeva appunto ai dispositivi segreti per annullare su vaste aree la pressione atmosferica, con tutte le funeste conseguenze del caso.

Abituati ormai all’eloquenza alquanto greve del grande rivale, gli occidentali non avevano naturalmente preso troppo alla lettera la sfuriata di Kurulin. Non se ne erano però nascosti la gravità. Si profilava insomma, sulla Luna, una nuova Dien Bien-phu moltiplicata per cento.
La improvvisa scomparsa di Kurulin fu quindi di immenso sollievo per l’America. Come del resto i suoi predecessori, egli aveva accentrato in sé la massima somma dei poteri. Per quanto – almeno in apparenza – non esistesse opposizione interna, la sua poteva considerarsi una politica del tutto personale. Tolto di mezzo lui, a Mosca ci sarebbe stata inevitabilmente una crisi di incertezza e sbandamento. Comunque, la pressione diplomatico-militare da parte sovietica si sarebbe allentata di molto.

Simmetricamente, fu grande lo sgomento in campo russo. Tanto più che il disdegnoso isolamento della Cina non lasciava presagire nulla di buono. Nel popolo, inoltre, il decesso del dittatore nell’istante che stava per cominciare un nuovo decennio (un altro piano ventennale doveva essere varato in quei giorni) fece una brutta impressione: era istintivo leggervi un sinistro presagio.
Senonché, l’anno appena nato si rivelò ricco di imprevisti.

Esattamente una settimana dopo, alla mezzanotte cioè di martedì 7 gennaio, qualcosa che aveva tutte le apparenze dell’infarto fulminò al tavolo di lavoro, mentre conferiva col segretario per la marina da guerra, il presidente degli Stati Uniti, Samuel E. Fredrikson, il pugnace tecnico e pioniere, simbolo dell’intrepido spirito nazionale, primo americano che aveva messo i piedi sulla Luna.
Che a distanza di una settimana esatta i due massimi antagonisti della contesa mondiale fossero spariti di scena provocò una emozione indicibile.
Proprio a mezzanotte tutti e due?

Chi parlò di assassinio ad opera di una setta segreta, chi fantasticò di un intervento di forze extraterrestri, chi sospettò una specie di “giudizio di Dio”. Fatto è che i commentatori politici non sapevano più a che santo votarsi. Sì, poteva anche essere una pura coincidenza fortuita. Ma l’ipotesi non era facile da digerire: sia Kurulin sia Fredrikson avevano goduto fino allora una salute di ferro.
Mentre a Mosca il potere era stato assunto ad interim da una regia collegiale, a Washington, per Costituzione, la carica suprema automaticamente passò al vicepresidente, Victor S. Klement, saggio amministratore e giurista ultrasessantenne, già governatore del Nebraska.

La notte del 14 gennaio 1980, martedì, come l’orologio sopra il caminetto acceso ebbe battuto dodici colpi, Mr. Klement, che stava leggendo un libro giallo seduto in poltrona accanto al fuoco, lasciò cadere il volume, reclinò dolcemente il capo in avanti e così rimase. Le cure dei familiari e quindi dei medici accorsi non servirono a niente. Anche Klement era trasmigrato nel regno dei più.

Questa volta una ondata di superstizioso terrore passò sul mondo. No, parlare di caso non era più possibile.

Una potestà sovrumana si era messa in azione per colpire a scadenza fissa, con precisione matematica, i grandi della Terra. E gli osservatori più acuti credettero di aver decifrato il meccanismo dello spaventoso fenomeno: per un decreto superiore, la morte portava via, ogni settimana, colui che in quel momento era, fra gli uomini, il più potente di tutti.

Tre casi, sia pure singolarissimi, non consentivano certo di formulare una legge. L’interpretazione tuttavia colpì le fantasie e si presentò un interrogativo: a chi toccherà martedì prossimo? Dopo Kurulin, Fredrikson e .Klement, chi è l’uomo più potente della Terra destinato a perire? In tutta il mondo ci fu una febbre di scommesse per questa corsa alla morte.
Fu una settimana indimenticabile per la tensione degli animi.

Chi si occupava più del cratere di Copernico? Più di un capo di Stato era combattuto fra l’orgoglio e la paura: da una parte l’idea di essere prescelto al sacrificio del martedì notte lo lusingava, quale dimostrazione della propria autorità; dall’altra l’istinto di conservazione faceva sentire la sua voce.
Il mattino del 21 gennaio, Lu Ci-min, l’ermetico capo della Cina, convinto, più o meno presuntuosamente, che fosse venuto il suo turno, per dimostrare la sua indipendenza dalla volontà dell’Eterno, ateo com’era, si tolse la vita.

Contemporaneamente il vecchissimo De Gaulle, ormai mitico Signore della Francia, persuaso pure lui di essere l’eletto, tenne, con quel che gli restava di voce, un nobile discorso di commiato al suo Paese, raggiungendo, a detta di molti, il più alto vertice dell’eloquenza, nonostante il grave peso dei novant’anni. Si constatò, allora, come l’ambizione potesse soverchiare ogni cosa. C’erano uomini felici di morire, purché la morte dimostrasse la loro preminenza sul restante genere umana.
Ma, con sua amara delusione, De Gaulle varcò la mezzanotte in ottima salute.

A morire d’un colpo, fra la stupefazione di tutti, fu invece Koccio, il dinamico presidente della Federazione dell’ Africa Occidentale, che fino allora aveva goduto, più che altro, la fama di simpatico istrione. Poi si venne a sapere che, nel centro di studi da lui creato a Busundu, era stato trovato il modo di disidratare le cose e le persone a distanza, ciò che costituiva una tremenda risorsa bellica.

Dopodiché – la legge del “muore il più potente” avendo trovata conferma – si verificò un fuggi fuggi generale dalle cariche più alte e fino a ieri più ambite.

Quasi tutti i seggi presidenziali rimasero vacanti.
Il potere, già avidamente agognato, scottava fra le mani.

Fu, tra i pezzi grossi della politica, dell’industria e della finanza, una corsa disperata a chi dimostrasse di contare meno. Tutti si facevano piccoli, abbassavano le ali, ostentavano nero pessimismo sulla sorte del proprio Paese, del proprio partito, delle proprie imprese.

Il mondo capovolto.

Uno spettacolo che sarebbe stato esilarante se non ci fosse stato l’incubo del prossimo martedì sera.
E anche alla mezzanotte del quinto martedì, e poi del sesto, e poi del settimo, furono fatti fuori, nell’ordine: Hosei, il vice-presidente della Cina, Fhaten-Nissam, l’eminenza grigia del Cairo e il venerando Kalten-Brenner, detto il “sultano della Ruhr”.

Le vittime, in seguito, vennero falciate fra uomini di minore levatura.

La defezione dei titolari, spaventati, aveva lasciato deserti i posti eminenti di dominio. Solo il vecchio De Gaulle, imperterrito come sempre, non aveva mollato lo scettro. Ma la morte, chissà perché, non gli diede soddisfazione. Egli fu anzi l’unica eccezione alla regola. Caddero, infatti, alle scadenze dei martedì notte, personaggi di gran lunga meno autorevoli di lui. Che il Padre Eterno, fingendo di ignorarlo, gli volesse impartire una lezione di umiltà?

Dopo un paio di mesi non esisteva più un dittatore, un Capo di Governo, un leader di grande partito, un direttore generale di grossa industria.
Che bellezza. Tutti dimissionari.

Alla guida di Nazioni e aziende rimasero organi collegiali paritetici, in cui ciascun membro stava bene attento a non sopravanzare i colleghi. Nello stesso tempo gli uomini più ricchi del mondo si sbarazzavano a precipizio del loro esagerato cumulo di miliardi con gigantesche elargizioni benefiche, opere sociali e mecenatismi artistici.

Si giunse a paradossi inauditi. Nella campagna elettorale in Argentina il Presidente Hermosino, temendo i voti come la peste, diffamò talmente se stesso che venne incriminato per vilipendio del capo dello Stato. Sull’ ”Unità” di Roma comparvero luttuosi editoriali che proclamavano il completo disfacimento del P.C.I., in realtà ancora efficientissimo. A scriverli era lo stesso onorevole Cannizzaro, leader del partito, che, affezionato com’era alla carica, non aveva voluto dimettersi, ma cercava così, surretiziamente, di evitare il colpo del destino.

E il campione mondiale dei pesi massimi, Vasco Bolota, si fece inoculare la malaria, per deperire, anche l’aitanza fisica essendo un segno pericoloso di potenza.

Nelle liti, internazionali, nazionali e private, ciascuno dava ragione all’avversario, cercava di essere il più debole, il più remissivo, il più sprovveduto. Il cratere di Copernico venne equamente spartito fra sovietici e americani. I capitalisti cedevano le loro aziende ai lavoratori e i lavoratori li supplicavano di tenersele ancora. Nel giro di pochi giorni si giunse a un accordo per il disarmo totale. Le vecchie scorte di bombe furono fatte esplodere nelle vicinanze di Saturno, che ne ebbe rotti un paio di anelli.

Dopo neanche sei mesi, ogni pericolo di conflitto anche locale era svanito. Che dico conflitto? Neppure controversie, odi, litigi, polemiche, animosità, sussistevano più. Cessati l’assalto al potere e la smania del predominio, si vide che dovunque si stabilivano automaticamente la giustizia e la pace. Di cui, grazie al Cielo, continuiamo a godere dopo anni.
Perché, se appena qualche ambizioso, dimenticando la lezione del 1980, tenta di alzare la testa sopra gli altri, la invisibile falce, la fa volar via, sempre alla mezzanotte del martedì.

Le “esecuzioni” settimanali cessarono a metà ottobre. Non ce n’era più bisogno. Erano bastati una quarantina di infarti ben collocati per sistemare le cose sulla Terra. Le ultime vittime furono figure di secondo piano, ma il mercato mondiale non offriva di meglio in fatto di personaggi. Solo il decrepito De Gaulle continuò a essere ostinatamente ignorato.

La penultima fu George A. Switt (detto Sweet), celebre annunciatore della stereotelevisione americana. Molti se ne stupirono. Ma in realtà godeva di un prestigio formidabile, solo che avesse voluto avrebbe potuto attingere alle più alte cariche della Confederazione. Interrogato in merito, il noto magnate del turf conte Mike Bongiorno, il quale da giovane, negli anni cinquanta, era stato un famoso telepresentatore in Italia, dichiarò di non essersi affatto meravigliato della cosa. Egli stesso, ai suoi tempi, disse, si era accorto di detenere, suo malgrado, un potere pressoché illimitato; e una Nazione straniera (non rivelò il nome) gli aveva offerto mari e monti affinché, con una parola, egli sollevasse alla rivolta il popolo italiano, così da poter instaurare un certo regime (non specificò quale). Ma per patriottismo, benché avesse passaporto americano, lui aveva risposto di no.




Cose che mi fanno arrabbiare e cose che mi fanno ridere



Cose che mi fanno arrabbiare

Ci hanno talmente assuefatti alle narrazioni dell'emergenza, fin dalla guerra fredda e dall'AIDS, per andare avanti con terrorismo, sbarchi, catastrofe climatica, che ora non ci rendiamo neanche più conto di quanto sia abusiva una proroga continua dello stato di emergenza. Perché già psicologicamente siamo stati sempre in emergenza (quelle adatte, eh: mica stavamo in  stato d'emergenza per le morti in Somalia o per le uccisioni in India o per i tibetani. Ve la immaginate, fa ridere: "Emergenza Tibet. Sono ancora occupati").

Ogni situazione problematica è trattata come un'emergenza da un sistema di informazione che non ha come scopo quello di informare, ma quello di fare cassa, suscitare sdegno (non riflessione, solo elementare sdegno), provocare contrapposizioni.

C'è davvero una emergenza migranti? No, è il modo in cui gli esseri umani si muovono sulla terra, che è tutta loro. Lo penso proprio: tutto il pianeta è di tutti. La proprietà privata, le dogane, le sovranità territoriali sono cose che abbiamo fatto noi, le abbiamo decise, non sono un dato di natura né tanto meno un dato di fatto. Se ogni essere umano è cittadino della terra, può andare dove vuole. Nella mia mente, lo penso come 'il libero cammino dell'essere umano sulla terra'. 

Emergenza diritti. No: perché il fatto è che sono sempre e solo i diritti della minoranza ricca che affama, deturpa e schiavizza il resto del pianeta, e che fa le leggi per mantenere il proprio controllo e comando, e le infiora di bei concetti e nobili parole che non hanno altro fine che nascondere la cruda e dura verità. Un esempio: che Confindustria e Confcommercio si siano appropriati della tematica della conversione ecologica, che i governi degli industriali se ne riempiano la bocca, che le multinazionali stiano dietro ai progettini pseudoecologici, e nessuno dica l'unica cosa essenziale: che non è possibile cambiare la situazione a meno che non cambiamo stile di vita: non più viaggi, non più comprare, non più moda, non più trucchi (e via dicendo); non è questione di riciclare, è questione di rifiutare allegramente la produzione dei beni non essenziali, consci dell'inganno che ci sta dietro. Ma non è questo che si vuole, allora si è costruita un'altra, addomesticata, strada.

(continua...)

Cose che mi fanno ridere

Mi fanno proprio ridere:

I giovani radical chic alternativi ma di sinistra che piangono sul cambiamento climatico e fanno shopping compulsivo-ossessivo, tre vacanze all'anno in aereo, vite da nababbi e comunque tutto spesato da mamma&papà perché loro devono studiare, poverini, o trovare un lavoro confacente alla loro alta intelligenza;

Le casalinghe mantenute dal marito che sono super femministe, sempre bocca piena e lancia in resta alla difesa dei diritti di tutti, e si riempiono la bocca di autodeterminazione mentre girano con la borsa di Louis Vuitton, vanno nei ristoranti più instagrammabili, si fanno il ritocchino e le foto ad arte, e se hanno figli se ne occupa comunque qualcun altro;

La gente di sinistra che difende qualsiasi cosa detta dai politicanti di sinistra ed è più dogmatica di un qualsiasi credente medio;

Gli ecologisti della porta accanto, che fanno le manifestazioni verdi, ma il loro stile di vita non lo cambiano neanche a morire;

I poliziotti di quartiere, che controllano la tua immondizia e se l'hai differenziata bene o se la bustina del tè l'hai messa nell'indifferenziato;

Il controllo del vicinato;

Le notizie date in modo fallace o incompleto;

I titoli per ottenere la visualizzazione;

L'eliminazione della differenza, l'infiorettamento delle parole, la mistificazione della realtà, per cui diamo un nome diverso alle cose per non urtare la suscettibilità di qualcuno (che poi perché questo nome debba essere sempre inglese, ho alcune idee...) - ma se la variante si è sviluppata lì, viene dal di lì; se è utero in affitto perché ti pagano come incubatrice non è "gravidanza per altri" come se fosse nobile e virtuoso altruismo; il punto non è dare un nome diverso alle cose, che è mistificazione, ma ragionare e far ragionare;

Il livello zero a cui la "prospettiva della cancellazione" (non la si può chiamare cultura, semmai moda) vuol fare arrivare: il livello zero è sempre nulla, è solo un non luogo utile per chi vuole imporre un dominio;

Gli inginocchiamenti lecchini che nulla hanno a che fare con una riflessione che sia radicale sulla propria storia e innovativa sul proprio presente, ma mostrano l'ossequio all'ennesima trovata pubblicitaria del carrozzone.


(Continua...)




Peregrinazioni

 L'esperienza di sentirsi privi di chi ci ha messo al mondo è radicalmente abissale.

A volte questo lo proviamo non solo rispetto ai nostri genitori ed avi, ma rispetto a quelle idee, valori, a quei concetti che hanno contribuito alla nostra formazione di esseri umani, alla definizione della nostra identità personale. A volte avviene rispetto a persone o gruppi che avevamo sempre preso come punti di riferimento o all'interno dei quali ci identificavamo.

Quando avviene il distacco, ci si sente un po' orfani. Si prova uno strano senso di irrealtà ad essere piombati in un limbo, una terra straniera, in cui ci sono volti, idee, percorsi, automatismi nuovi, che non ci riguardavano e che ancora non conosciamo appieno, né dominiamo: è un po' come stare sulle sabbie mobili. Spiazzante, ma rinvigorente: improvvisamente, scopri che è possibile starci, che sei ancora tu, anche se con una presenza diversa.

Così cambiano le cose che apprezzi. 

Le devi andare a cercare, perché provi la sensazione di leggere sempre le stesse cose, lo stesso plauso acritico, le stesse manfrine spacciate per ragionamento, le stesse cazzate spacciate per sensatezza. Le stesse parole che leggevi nei libri, e ti davano i brividi, ora usate tranquillamente e sprezzantemente, vantandosi, da piccoli servi in giacca e cravatta.

Lo spot è trasmesso a reti unificate, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, non c'è requie: lo trovi sulle borse della spesa, negli sfondi delle immagini profilo, nelle notizie che scorri su google, appena accendi la televisione.

Solo, ogni tanto, una voce diversa, un barlume di luce che si affaccia, ti ricorda l'anello che non tiene.

Che dovessi arrivare a 46 anni per capire appieno Montale!

L'omologazione propone i suoi spazi protervamente definiti di accettazione della diversità. Sceglie le battaglie (spesso fittizie, o strumentali al mantenimento del potere e delle dinamiche di dominio) che si dovranno combattere. Dosa oculatamente paura e invettiva di coraggio. 

Dà l'ecologia in mano a Confindustria.

Consegna fede, amore, speranza allo scientismo.

Mette la famiglia nelle mani del capitalismo.

Mette l'identità nelle mani della finanza.

Ma siccome ha solo letto la superficie del cristianesimo, non ha capito se non la polvere che sta sopra ai mobili. Non sa cosa nascondono i cassetti, e spero che nessuno glielo dica mai. (Non mettete le nostre perle a disposizione dei porci, per carità, che non le gettino a terra e poi ci calpestino.) Ha dimenticato lo spirito, perché è capace solo di vedere la materia.

Dimentica che io non voglio tanto il benessere, io voglio la felicità.

Dimentica che io non voglio solo la salute, io voglio la salvezza.