Polemica e discussioni e dibattiti su celebrazioni sì o no, perché solo i funerali, all'aperto, contingentiamo, la Cei già aveva pronte soluzioni e provvedimenti...
A me viene da chiedermi perché bar, negozi, musei, biblioteche sì, e sulle celebrazioni eucaristiche un blocco tanto forte.
Poi penso alle vecchiette pie, che dicono il rosario e ti salutano con gentilezza all'uscita dalla chiesa. Ma anche a quelle che ti spintonano per arrivare prima a prendere il pane benedetto. Penso a chi è sinceramente fortificato dall'eucaristia. Poi a chi si pone come paladino della fede e intanto non ha un briciolo d'amore e empatia in sé.
Però c'è anche un'altra parte di me, che non so bene da dove venga, o da Spinoza o dell'umorismo ebraico, che dice sorniona: bene, guardiamo un po' gli annunci mortuari.
Ma è di un umorismo così macabro che non mi sento di metterla in alcun altro luogo se non qui.
Dio, per fortuna che ho questo luogo.
lunedì 27 aprile 2020
sabato 25 aprile 2020
Doni #2
Il dono del caffè durante la messa del mattino con Francesco.
Il dono del bicchiere di vino rosso mentre aspetti che l'impasto della piadina sia pronto.
Il dono del bicchiere di vino rosso mentre aspetti che l'impasto della piadina sia pronto.
La cortesia
La cortesia che le bell’alme accende,
Costa talora acerbi affanni e pene;
Ma presto o tardi la virtù risplende,
E quando men ci pensa il premio ottiene.
Principi e principesse, Carlo Collodi
Costa talora acerbi affanni e pene;
Ma presto o tardi la virtù risplende,
E quando men ci pensa il premio ottiene.
Principi e principesse, Carlo Collodi
venerdì 24 aprile 2020
Il dono dell'opera. Doni #1
Anche in questo periodo strano e difficile ci sono dei doni.
Uno di questi è l'opera.
Ho potuto vedere e ascoltare l'Andrea Chenier di cui per anni mi sono portata dietro una frase; ho gustato per tre volte La traviata; ricevo la possibilità di vedere meravigliosi spettacoli della Metropolitan Opera House.
https://www.metopera.org/
...e il gruppo del Festival Puccini che fa compagnia.
Progetto importanti viaggi a tema operistico. Uno all'anno, non di più, ma con oculatezza; del resto, less is more.
Uno di questi è l'opera.
Ho potuto vedere e ascoltare l'Andrea Chenier di cui per anni mi sono portata dietro una frase; ho gustato per tre volte La traviata; ricevo la possibilità di vedere meravigliosi spettacoli della Metropolitan Opera House.
https://www.metopera.org/
...e il gruppo del Festival Puccini che fa compagnia.
Progetto importanti viaggi a tema operistico. Uno all'anno, non di più, ma con oculatezza; del resto, less is more.
mercoledì 22 aprile 2020
giovedì 16 aprile 2020
Voglio
Oggi ho scoperto GoogleEarth, e in esso voyager, poi Google art&culture.
Mi sono commossa.
Sono andata a Seven Dials e a The Phoenix Garden, poi in un'isoletta della Scozia e nel luogo di Mara dove Robert Redford ha lavato i capelli a Meryl Streep.
Ho visto il Museo de Quai Branly di cui, decenni fa, vidi i progetti esposti a Parigi e seppi chi lo aveva vinto, il concorso.
Ho passeggiato lungo la stradina in cui Keira insegue il dolce ragazzo che andrà a combattere contro gli zombie, magari lo avesse trattenuto con più decisione. Sono andata avanti, ad All Saints e poi fino a Covent Garden, torno sempre in quella zona lì.
Non so che cosa provino gli altri, ma mi sono venute le lacrime agli occhi. Nulla è paragonabile ad esserci veramente, nei luoghi, e questo tour virtuale mi faceva sentire come un'archeologa del futuro, o una emigrata su un altro pianeta, o con quella sensazione struggente e straziante che ho trovato solo in poche opere, Harlock, Planetes, Proteggi la mia terra...
Se torneremo a poter uscire, voglio godermelo appieno questo mondo, e tutelarlo molto più di quanto fatto finora; voglio proteggere la mia terra, le persone, la natura, la cultura.
Voglio nuotare con le balene e vedere l'aurora boreale, andare nel Sahara e starci almeno una settimana, tornare a Gerusalemme, visitare il Victoria&Albert senza limiti di tempo, andare a Zerzura, entrare nei templi di Petra, toccare un serpente, andare all'opera, anzi no, andare all'opera alla Scala o al Metropolitan Opera House o anche all'Opera House di Sidney, andare a vedere giocare gli All Blacks, entrare da Kenzo a Parigi, passare su tutte le protezioni in vetro di vecchi ruderi,
...e altre cose leggere e vaganti.
E tutto con chi amo.
domenica 12 aprile 2020
Pasqua
Poesia di David Maria Turoldo
Per il mattino di Pasqua
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade
zufolando, così,
fino a che gli altri dicano: è pazzo!
E mi fermerò soprattutto coi bambini
a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò per via
inchinandomi fino a terra.
E poi suonerò con le mie mani
le campane sulla torre
a più riprese
finché non sarò esausto.
E a chiunque venga
anche al ricco dirò:
siedi pure alla mia mensa,
(anche il ricco è un povero uomo).
E dirò a tutti:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Tutto è suo dono
eccetto il nostro peccato.
Ecco, gli darò un'icona
dove lui bambino guarda
agli occhi di sua madre:
così dimenticherà ogni cosa.
Gli raccoglierò dal prato
una goccia di rugiada
è già primavera
ancora primavera
una cosa insperata
non meritata
una cosa che non ha parole;
e poi gli dirò d'indovinare
se sia una lacrima
o una perla di sole
o una goccia di rugiada.
E dirò alla gente:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle mie lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: pace!
e poi cospargerò la terra
d'acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell'universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell'altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.
oesia di David Maria Turoldo
Per il mattino di Pasqua
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade
zufolando, così,
fino a che gli altri dicano: è pazzo!
E mi fermerò soprattutto coi bambini
a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò per via
inchinandomi fino a terra.
E poi suonerò con le mie mani
le campane sulla torre
a più riprese
finché non sarò esausto.
E a chiunque venga
anche al ricco dirò:
siedi pure alla mia mensa,
(anche il ricco è un povero uomo).
E dirò a tutti:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Tutto è suo dono
eccetto il nostro peccato.
Ecco, gli darò un'icona
dove lui bambino guarda
agli occhi di sua madre:
così dimenticherà ogni cosa.
Gli raccoglierò dal prato
una goccia di rugiada
è già primavera
ancora primavera
una cosa insperata
non meritata
una cosa che non ha parole;
e poi gli dirò d'indovinare
se sia una lacrima
o una perla di sole
o una goccia di rugiada.
E dirò alla gente:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle mie lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: pace!
e poi cospargerò la terra
d'acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell'universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell'altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.
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