giovedì 31 maggio 2012

A Fanucci su Larissa Ione e Thea Harrison

Ciò che ho scritto a Fanucci...sul loro blog.


Innanzitutto complimenti per la copertina del libro della Ione, davvero bella, molto suggestiva e adatta al personaggio...Il libro non è male, secondo me ha alcuni difetti (troppa carne al fuoco, troppe spiegazioni al momento del fatto ed escamotages dell'ultimo minuto, personaggi che cambiano un po' troppo...), ma in generale mi ha confermato nell'apprezzare la Ione e i suoi mix di azione, avventura, romanticismo e sensualità (all'estremo dell'acrobatico qui!). I personaggi secondari mi hanno avvinta più dei protagonisti (concordo in pieno sul fascino di Thanatos...), ma mi era successo anche con il primo libro della serie Demonica, perciò ho buone speranze per il gradimento di questa serie. Purtroppo devo fare un appunto: anche in questo caso ci sono molti errori di traduzione o refusi di stampa. A volte non si capisce chi parla, i pronomi personali in certi casi sono sbagliati, le virgolette non chiuse o non aperte, si va a capo quando è la stessa persona che - pare - continua a parlare, e molte altre sviste o errori...Ad esempio, questo è colossale: dopo che Ares ha ribadito per tutto il libro di avere 5000 anni, a pag 236 dice: "Sono nato all'incirca intorno al XXXII secolo dopo Cristo". WoW! Un trasferimento temporale alla Quantum Leap? 
Mi piacciono i libri che pubblicate, ma fatico a leggerli con gusto per questi problemi. Che vanno risolti, dando più tempo ai traduttori o facendo revisioni più dettagliate, saprete voi dove sta il nodo. Grazie per l'attenzione
Marinella



Pardon, avevo dimenticato una domanda: il fatto che stiate pensando di utilizzare la copertina dell'edizione tedesca di Dragon Bound di Thea Harrison come vostra copertina del libro (in uscita a giugno) di Lena Valenti significa che avete acquisito i diritti della serie Elder Races di Thea Harrison e che presto la pubblicherete, utilizzando la (bellissima) copertina originale americana e quindi permettendovi di utilizzare quella tedesca per un altro libro, VERO?
Grazie ;-))







E questa è la loro risposta.
3.
pubblicato Mercoledì 02 maggio 2012 alle 06:47:49 da Tom

Facciamo il possibile per realizzare un buon lavoro anche in rapporto ai tempi di pubblicazione. Prendiamo atto dei problemi, di volta in volta cerchiamo di evitarli. Sulla seconda domanda per ora non possiamo rispondere.


Grazie per la lettura, Marinella. A presto!




Saluti
Tom


sabato 26 maggio 2012

Quali libri hai in varie edizioni?

Di quali libri abbiamo comprato più copie, e quindi ne abbiamo in casa volumi di diverse edizioni? Ho trovato questa domanda nella pagina Facebook di una Casa editrice e mi ha colpito. In effetti, pensandoci, di alcuni libri ho preso varie edizioni, a volte per lavoro o interesse personale, a volte per la diversa traduzione, a volte per la copertina, a volte perché pensavo di aver perso il libro, o che avendolo prestato non sarebbe mai più tornato. Ecco quali ho io. 


A casa ho molte Bibbie.  In italiano almeno 6 versioni, poi una in inglese, una in tedesco (la versione di Lutero), una in spagnolo. Due ebraiche, la Stuttgartensia e la Keter Yerushalaim. Il Nuovo Testamento in greco e latino (Nestle-Aland) e in greco e italiano (Merk).








Degli altri libri:


tre edizioni de Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery



- tre di Qualcuno con cui correre di David Grossman






tre di Pinocchio di Carlo Collodi


- due edizioni di Se questo è un uomo di Primo Levi


- due di Lettere e Diario di Etty Hillesum 


- due edizioni dei volumi della Saga di Terramare di Ursula K. Le Guin 


- Harry Potter e l'ordine della Fenice sia in italiano che in inglese


- le due edizioni italiane di Conan di Alexander Key 





- due de Il libro della Giungla di Rudyard Kipling, più alcune riduzioni






- molte fiabe per bambini che compro plurime per i diversi adattamenti e traduzioni e soprattutto per le illustrazioni: Pollicino (3), La sirenetta (3), Mignolina (2), Il brutto anatroccolo (2), Il gatto con gli stivali (2)...


Mai pentita di questi acquisti! Ed è vero che guardando quali libri si hanno in varie edizioni in casa si capisce molto di sé...

sabato 19 maggio 2012

Il caso zombie: Aftertime, di Sophie Littlefield

E' decisamente assodato: se in un libro ci sono degli zombie, il libro difficilmente mi piacerà. Ci ho provato per ben DUE volte, ma ahimé non ci posso fare niente: mi fanno schifo, mi angosciano, li trovo orribili, insensati, crudelmente ossessionanti.
Questi esseri che non capiscono più le forme di comunicazione, che vogliono solo nutrirsi, si sbrindellano la carne, si nutrono di pelle, inciampano e si urtano continuamente mi fanno orrore. Come quando la gente si veste da scheletro a Halloween: mi dispiace, se c'è dell'ironia io non la capisco. A me pare solo di cattivo gusto. (Sì, lo so: le radici nella festa di Tuttisanti, ti travesti per scacciare le paure, ha funzione esorcistica, ma non mi piace lo stesso).
Può anche darsi che la figura dello zombie rifletta le paure inconsce della società post-atomica, i timori della contaminazione e del pericolo delle modifiche agli organismi, ma allora, grazie, preferisco Nausicaa di Miyazaki e Akira di Otomo, che affrontano questi temi, ma in altra maniera.

Di conseguenza anche i libri che parlano di zombie tendono a non piacermi.



In ogni caso, il libro che ha dato lo spunto per questa mia tirata anti-zombie è Aftertime. Il risveglio, di Sophie Littlefield, che quindi non sono riuscita ad apprezzare. Peccato, perché il contesto che l'autrice delinea è interessante, la trama e l'intreccio buoni. Tuttavia, molti altri elementi non mi hanno convinta: il personaggio maschile, troppo umbratile e pronto a cadere vittima del fascino (?) della protagonista; la suddetta, a mio giudizio insopportabile; la comunità di esaltate che giungono a punire le dissidenti con macabre cuciture e che si definiscono "religiose"; il fatto che la scrittrice non sappia distinguere tra religiosità e forme di isteria di gruppo; la desolazione intellettuale e morale che delinea in questo mondo che ha subìto un tracollo generale.

 Come ho detto altrove, in questo momento della mia vita voglio leggere libri che mi riconcilino con me stessa, mi facciano sperare e credere nella positività del reale, nel bene, nella possibilità di essere felici, nella comunione tra gli esseri umani, che mi facciano sorridere e guardare con positività attorno a me. Per questo il libro della Littlefield ora non fa proprio per me.
E dagli zombie mi terrò ben lontana.

Vincent Van Gogh, Giardino fiorito ad Arles, 1888


mercoledì 16 maggio 2012

La città ideale: mostra a Urbino



Ero a Urbino per lavoro venerdì scorso. Il tempo era ottimo, tanto che anche il viaggio per arrivarvi, compiuto in macchina, è stato piacevole. Era una di quelle splendide giornate che anticipano l'estate: sole, una piacevole brezza che si sentiva dalle mura della città, tutt'attorno la fioritura appassionata della natura.
 Sono dovuta arrivare ben prima dell'orario dell'impegno, a causa del passaggio del Giro d'Italia, ma ho colto l'occasione per andare a visitare la mostra allestita alla Galleria Nazionale delle Marche, a Palazzo Ducale, dedicata a La città ideale. L'utopia del Rinascimento a Urbino tra Piero della Francesca e Raffaello.
Bottega del 1473 (cioè Anonimo), Storie di san Bernardino. Miracolo del bambino, 1473,
 Perugia, Galleria nazionale dell'Umbria


Fra' Carnevale, Nascita della Vergine, 1467,
New York, Metropolitan Museum



Molto bella, per quanto non grandissima, con opere interessanti e, in particolare, alcune provenienti da Musei che dubito riuscirò a visitare nella mia vita (Walters Art Gallery di Baltimora, Metropolitan Museum di New York). Vi era esposta inoltre la Flagellazione di Piero della Francesca, che da sola vale ovviamente il biglietto d'ingresso.

Piero della Francesca, Flagellazione, 1460 circa,
Urbino, Galleria nazionale delle Marche


Il percorso espositivo è chiaro e ben congegnato, l'illuminazione delle opere perfetta. Unico neo sono i pannelli esplicativi, che si compiacciono di un eloquio più da catalogo che da ausilio nella visita, tanto che era più immediata e chiara la lettura in inglese (come ama saggiamente dire una mia collega, right to the point). Anche le didascalie alle opere non erano così chiare. Ad esempio, in una sola didascalia si riferivano i dati di tre trattati esposti in una vetrina, ma non era chiaro quale fosse il primo e quale l'ultimo. In alcune c'erano errori di punteggiatura (la ormai onnipresente e insopportabile virgola tra soggetto e verbo). Per fortuna, dando un'occhiata al catalogo, mi è sembrato che questi errori non vi fossero presenti; purtroppo non ho potuto verificare più in dettaglio, perché non l'ho comprato dato che il suo costo era per me proibitivo.

Pittore dell'Italia centrale, Città ideale, 1480 circa
Urbino, Galleria nazionale delle Marche


Pittore dell'Italia centrale, Veduta di città ideale, 1470 circa,
Baltimora (USA), Walters Art Museum

Le due tavole sulla Città ideale stimolano alla contemplazione; i cassoni , le porte e gli altri esempi della tarsia lignea sono estremamente interessanti; i codici miniati e i trattati di di architettura (tra cui uno di Piero della Francesca, manoscritto, stupendo) bellissimi; i disegni straordinari per la maestria che denotano; le opere pittoriche, tutte con raffigurazioni di elementi architettonici, ottimamente scelte e collocate. La mostra mi ha fatto davvero riflettere su quegli elementi, quali gli sfondi architettonici, che generalmente tendo a trascurare nell'osservazione delle opere d'arte. Anche la statua lignea di Sant'Anatolia, che accoglie il visitatore tenendo in mano il modellino della città a lei intitolata, è un utile esempio di questa attenzione e cura alla resa particolareggiata da parte degli artisti, come testimoniano i vicini dipinti che riproducono la stessa città.

Giovanni Angelo di Antonio, Annunciazione, 1455-1456,
Camerino, Pinacoteca civica 

Consiglio quindi una gita a Urbino per vedere questa mostra a tutti coloro che amino la pittura, l'architettura e le dinamiche di intreccio tra queste due arti.

Giovanni di ser Giovanni detto Lo Scheggia, Corteo nuziale o Cassone Adimari, 1440-1450,
Firenze, Gallerie dell'Accademia


Il sito dedicato alla mostra: http://www.mostracittaideale.it/



mercoledì 9 maggio 2012

Il cavaliere eterno, di Larissa Ione e La notte degli angeli caduti, di Heather Killough-Walden

Il cavaliere eterno vs La notte degli angeli caduti


Oggi facciamo una sfida. Quale tra i due libri che ho letto in questo inizio di maggio è il migliore?


Ne considereremo:
- trama
- personaggi
- scrittura
- copertine
- traduzione.


Il cavaliere eterno




La scrittura è un po' affrettata e a volte perde di chiarezza e semplicità oltre che di intensità, non donando più quei tocchi di verità cui la Ione era arrivata in Passione eterna.
Il libro non è male, anche se secondo me ha alcuni difetti: troppa carne al fuoco, troppe spiegazioni al momento del fatto (insopportabili!) ed escamotages dell'ultimo minuto, personaggi che cambiano un po' troppo nel corso della vicenda... La storia in sostanza non mi ha presa del tutto perché caotica, con continue apparizioni di nuovi personaggi, poco feeling tra i due protagonisti, riferimenti religiosi abbastanza confusi. 
In generale mi ha confermato nell'apprezzare la Ione e i suoi mix di azione, avventura, romanticismo e sensualità. E' urban fantasy per adulti, MOLTO per adulti. Con una dose di sesso notevole e pure...acrobatico! 
I personaggi secondari mi hanno avvinta e intrigata più dei protagonisti (il fascino di Thanatos non si discute e dal mio punto di vista batte alla grande Ares...), ma mi era successo anche con il primo libro della serie Demonica, perciò voglio dare fiducia alla Ione e ho buone speranze per il gradimento di questa serie. 
Purtroppo nel libro ci sono molti errori di traduzione o refusi di stampa. E' un vero peccato. A volte non si capisce chi parla, i pronomi personali in certi casi sono sbagliati, le virgolette non chiuse o non aperte, si va a capo quando è la stessa persona che - pare - continua a parlare, e molte altre sviste o errori...Ad esempio questo errore, davvero colossale: dopo che Ares ha ribadito per tutto il libro di avere 5000 anni, a pag. 236 dice: "Sono nato all'incirca intorno al XXXII secolo dopo Cristo". Quindi deve ancora nascere, ah ah! O è un trasferimento temporale alla Quantum Leap? Forse il traduttore ha dovuto lavorare alla velocità della luce, forse non c'è stata revisione, forse ci sono stati tagli e copia-incolla a cui sono seguiti tutta una serie di errori. Peccato, davvero. Il libro sarebbe anche gradevole, ma si fatica a leggerlo con gusto per questi problemi. 
Piuttosto complimenti a Fanucci per la copertina, davvero bella, decisamente migliore della copertina originale che fa troppo "palestrato", molto suggestiva anche per il bellissimo sfondo e adatta al personaggio di Ares. 



- Trama, 7
- personaggi, 8
- scrittura, 7
- copertina, 9
- traduzione andata in stampa, 5,5





La notte degli angeli caduti di Heather Killough-Walden 


 


La scrittura è vivace, mossa, con tocchi di umorismo e di commozione. 
La traduzione è buona, scorrevole, senza errori particolari. 
La storia è abbastanza interessante, i personaggi ben costruiti, la mitologia angelica accurata e motivata.
Secondo me però è un libro per adolescenti. Sì, c'è una scena di sesso tra i due protagonisti, anche un po' forte, ma tutto il resto è assolutamente da adolescenti. L'idea di base mi è piaciuta e anche il dipanarsi della storia, tranne il fatto che (attenzione, spoiler!) ad un certo punto si uniscano agli elementi angelici anche elementi vampireschi relativamente non solo a uno dei personaggi, ma anche al protagonista! Onestamente non ne sentivo il bisogno. Per me è un voler strafare o piuttosto fare l'occhiolino all'altra moda del momento, cosa che non mi piace per niente.
La co-protagonista femminile è carina, il "cattivo" Samael simpatico e più attraente dei buoni, ma gli altri personaggi mi ricordavano proprio dei ragazzini...altro che angeli millenari! Pensano, agiscono, si relazionano come diciassettenni: nulla di male, eh, è che dopo un po' io mi annoio perché quelle dinamiche le ho superate, ahimé, da un pezzo. Piuttosto, mi cadono le braccia a leggere di certe azioni, frasi, reazioni.
La copertina è bella. Quando Leggereditore o i suoi grafici puntano al minimalismo romantico (copyright su questa definizione! Ma come mi è venuta? *o*), per me vincono alla grande. 



- Trama, 7,5
- personaggi, 5,5
- scrittura, 8,5
- copertina, 8
- traduzione andata in stampa, 8


Conclusione: il migliore è il terzo libro che ho letto, The Runabout di Pamela Morsi. Va beh, è di tutt'altro genere, però è vero che mi è piaciuto di più. Tra questi due, onestamente, non posso scegliere un vincitore: si attestano tutti e due sul sette e mezzo, mi hanno colpito in alcuni elementi e molto delusa in altri...perciò alla fine per me è un ex-aequo.


A voi la parola!

venerdì 4 maggio 2012

Libri del mese: maggio 2012


Libri del mese

Maggio 2012

(in ordine di lettura)



Larissa Ione, Il cavaliere eterno, Fanucci, Roma 2012

Heather Killough-Walden, La notte degli angeli caduti, Leggereditore, Roma 2012

Pamela Morsi, The Runabout, 1994

Darynda Jones, Il fascino del male, Leggereditore, Roma 2012

Sophie Littlefield, Aftertime. Il risveglio, Harlequin/Mondadori, Milano 2012 (edicola)

Jeaniene Frost, Il bacio eterno dell'oscurità, Fanucci, Roma 2012

Nicholas Sparks, Ho cercato il tuo nome, Sperling & Kupfer, Milano 2011

Pamela Morsi, Wild Oats, 1993

Pamela Morsi, Simple Jess, 1996

Pamela Morsi, Garters, 1992







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