giovedì 9 agosto 2018
Papa Francesco e la rivoluzione della tenerezza
...un giovane ha qualcosa del profeta, e deve accorgersene. Deve essere conscio di avere le ali di un profeta, l'atteggiamento di un profeta, la capacità di profetizzare, di dire ma anche di fare. Un profeta dell'oggi ha capacità sì di condanna, ma pure di prospettiva. I giovani hanno tutte e due queste qualità. Sanno condannare, anche se tante volte non esprimono bene la loro condanna. E hanno la capacità di scrutare il futuro e guardare più avanti. Ma gli adulti sono spesso crudeli e tutta questa forza dei giovani la lasciano da sola. Gli adulti spesso sradicano i giovani, estirpano le loro radici, e, invece di aiutarli a essere profeti per il bene della società, li rendono orfani e scartati.
P29-30
Affinché i nostri giovani abbiano visioni, siano essi stessi sognatori, possano affrontare con audacia e coraggio i tempi futuri, è necessario che ascoltino i sogni profetici dei loro antenati. Vecchi sognatori e giovani profeti sono la strada di salvezza della nostra società sradicata: due generazioni di scartati possono salvare tutti.
Tutto questo si collega a quella che io chiamo la rivoluzione della tenerezza, perché c'è bisogno di tenerezza per un giovane nell'approcciarsi a un anziano e ci vuole tenerezza se un anziano vuole avvicinarsi a un giovane. Il messaggio deve partire dagli uni e dagli altri, non esistono gerarchie, entrambi devono ricercarsi.
Al contrario, invece, e purtroppo, tra gli adulti (...) e i giovani vedo sempre moltissima competizione, che parte dagli adulti verso i giovani, e addirittura verso i giovanissimi. Si può in molti casi parlare perfino di rivalità.
P32
Papa Francesco, Dio è giovane
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