domenica 10 agosto 2014

Anne Gracie, Celebrando il romanzo (#RARM 10/08)



Celebrando il romanzo

Perché celebrare i romanzi d’amore?

  1. Perché sono divertenti. Quando ero piccola, leggevo solo per divertimento! Ora, ho molti amici che pensano che dovrebbero leggere solo libri importanti, ed entrano in club letterari con lo scopo di costringersi a leggere. Che cosa deprimente! Che c’è di male nel leggere per divertimento, per piacere,  per stare bene?
  2.  Perché il romanzo d’amore è un genere che ti fa stare bene. Quanti libri avete letto che vi hanno fatto stare meglio, alla fine? Un buon romanzo d’amore ti conduce in un viaggio, e può portarti ad esplorare gli aspetti più oscuri, tristi e dolorosi della vita, ma ti ricondurrà sempre, sempre, alla luce. Un buon romanzo d’amore ti fa provare dei sentimenti, ti fa ridere e piangere e preoccupare. Può arrivare ad essere un’esperienza catartica, che alla fine ti lascerà più felice e positivo rispetto alla vita. Se inondo il cuscino di lacrime, sto passando un brutto momento. Ma se lo faccio perché sto leggendo un romanzo, significa che il momento è bello!
  3. Perché il romanzo celebra l’emozione umana più importante di tutte, l’amore. E di amore non ce n’è mai abbastanza nel mondo.
  4. Perché il romanzo d’amore provvede a darci una voce che bilancia il bombardamento di messaggi negativi dal mondo che ci assalgono dai mass-media.
  5. Perché le storie d’amore hanno forza e potere. Possono cambiare la vita delle persone, il modo in cui le persone si percepiscono, possono rinforzare i sogni, dare pace e speranza e ricordare che l’amore  la cosa più importante della vita. E che è possibile.


Molti anni fa, Georgette Heyer scrisse un racconto Regency divertente e leggero dal titolo Friday’s Child. Molti direbbero: una sciocchezzuola, di nessuna importanza per il resto del mondo. Non un libro importante. Ma per una donna imprigionata in condizioni terribili, per dodici anni, come prigioniera politica, in una prigione in Romania, quella storia è stata una candela nell’oscurità. Lei la raccontò alle altre prigioniere, a memoria, ancora e ancora. Diede loro speranza, le trasportò fuori da quel posto orribile, diede loro qualcosa di cui ridere, di cui parlare. Le aiutò a rimanere sane, grazie al ricordo che c’era anche un altro mondo, un mondo in cui la leggerezza, il divertimento, la bontà, esistevano e vincevano.

Storie che offrono al mondo un po’ di speranza, amore, felicità? Come si può non celebrarle?

Anne Gracie


Oh, Jonathan!




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