sabato 9 agosto 2014

Ruthie Knox, Celebrazione della fantasia e dell'escapismo (#RARM 9/08)




Autrici di oggi nel Read-a-romance-month sono Mary Joe Putney, Ruthie Knox e Meredith Bond.

Belle e intense emotivamente mi sono apparse in modo particolare le parole di Ruthie Knox, soprattutto per la loro portata autobiografica, che forse molte di noi mamme-lettrici possono condividere. 


Dell'autrice consiglio vivamente il racconto Room at the Inn, 



del quale ho detto su goodreads:

La storia (...) è interessante, delicata, coinvolgente, con personaggi e dialoghi vividi, vivaci, veri. Di solito le novelle mi lasciano un po' l'amaro in bocca, questa invece è un gioiellino fatto e finito. E poi...mi ci sono ritrovata, per certi aspetti. L'autrice dice di essersi esplicitamente ispirata al film "La vita è una cosa meravigliosa", che manca nel mio elenco dei "classici che ho visto", perciò dovrò rimediare. 





Celebrazione della fantasia e dell’escapismo

Alla fine delle superiori non avevo ancora avuto un appuntamento o baciato un ragazzo. Pensavo di essere poco attraente, e temevo che ci fosse qualcosa in me che allontanava i ragazzi. Forse le tette piccole o i fianchi larghi.

Ora che sono più vecchia e saggia, sospetto che non ci fosse nulla di sbagliato in me, tranne che ero alle superiori, che sono difficili a prescindere da chi sei e da quanti ragazzi ti chiedono di uscire. Certo non aiutava il fatto che io avessi due fratelli più grandi che erano amici della quasi totalità dei ragazzi che avrebbero potuto interessarsi a me.

Quindi non è una coincidenza che a quell'età io divorassi romanzi d’amore ininterrottamente. Desideravo storie che mi dicessero, ancora e ancora: anche le persone con dei difetti trovano l’amore.
Gli uomini apprezzano le donne per i loro corpi, sì, ma anche e soprattutto per le loro menti, il loro carattere, la loro speciale personalità. Le donne apprezzano gli uomini per le stesse ragioni. Chi è solo incontra qualcuno. Il lieto fine è possibile.

E’ un messaggio davvero rassicurante. Ed io ero abbastanza intelligente da sapere – come ogni altra lettrice di romanzi d’amore – che la vita vera raramente funziona esattamente come un romanzo. E’ possibile, anzi probabile, che l’uomo giusto non avrà addominali da paura, o non sarà in grado di darti orgasmi multipli la prima volta che finite a letto insieme, o non sarà così incline a condividere i suoi torturati pensieri o rivelare i segreti del suo animo nel momento esatto in cui tu lo vorresti.

Tutto questo per dire che conosco la differenza tra realtà e immaginazione. Certo, ne leggo un mucchio, di romanzi: per forza conosco la differenza!

Ma conosco anche la capacità dei romanzi di trasportarmi via, di sostenermi e confortarmi e ricordarmi le verità che ho bisogno mi siano ricordate.

Avevo quattordici anni, ero sola, e i romanzi mi hanno aiutato, molto.

Quando sono andata al college, ho abbandonato i romanzi per parecchi anni. Ma durante l’università sono stata a vivere a Londra per nove mesi, e mi sono trovata ad essere molto isolata. Ero lì per ricerche storiche, vivevo in un piccolo appartamento con una coinquilina che non sembrava apprezzarmi molto, e passavo quaranta ore alla settimana in archivi, scrivendo al computer e parlando quasi con nessuno, tranne, ogni tanto, qualche impiegato affabile. Altre dodici o quattordici ore le passavo in treno, muovendomi da un luogo di studio all’altro. Ho iniziato ad andare a correre, a fare delle escursioni nel weekend. Ma avevo comunque un bel po’ di tempo in cui non sapevo che fare, e così prendevo una dozzina di libri dalla biblioteca ogni settimana. E’ stata la mia riscoperta del romanzo d’amore.

Quei libri mi hanno aiutata.

Mentre ero a Londra, un amico mi venne a trovare, e ci mettemmo insieme. Poi ci sposammo. Mi laureai, poi una nuova città, un lavoro e una nuova vita. Riposi i romanzi in un cassetto per un po’ di tempo. Non ne avevo bisogno.

In seguito ebbi un figlio.

Quando mio figlio aveva otto mesi, e avrebbe dovuto iniziare a dormire per tutta la notte, si svegliava sei, sette, otto volte ogni notte. Dovevo coccolarlo e riaddormentarlo in braccio, passeggiando. Non ho dormito per più di tre ore a notte per duecentocinquanta giorni.

E quel che è peggio, non dormiva mai per più di trenta minuti a fila a meno che non fosse in braccio o che, non appena si agitava, io fossi pronta da sopra il lettino a coccolarlo e ninnarlo.
Lo so che è ridicolo, ma io ero annichilita, disperata e così stanca, stanchissima.

Fu allora che scaricai 6 romanzi in regalo dal sito della Harlequin.

Già capito come è andata, vero? Dopo quelli, ho comprato un romanzo d’amore dietro l’altro. Mi facevano sentire meglio, ma in un modo diverso, questa volta. Avevo bisogno di una fuga pura e vera. Anelavo alla semplicità del percorso incontro – estasi – disastro – lieto fine. 
Ero un catorcio. Avevo bisogno di una via d’uscita, e ne avevo bisogno disperatamente, ma raramente potevo uscire di casa, e se lo facevo, era comunque con il bambino. Mi sono sprofondata nella tana dei romanzi d’amore e ne sono riemersa rinnovata e ricaricata.

(Mi ha aiutato anche lo sleep-raining).

Era il 2009. Nell’autunno del 2010, ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo d’amore. Il luglio seguente una casa editrice lo ha acquistato. Da allora ho pubblicato più di mezza dozzina di libri.

Il mio rapporto con i romanzi d’amore si è evoluto ulteriormente, sia come lettrice che come autrice. Ciò che però mi colpisce, guardandomi indietro, è stato quanto i romanzi siano stati positivi per me nei momenti della mia vita in cui ne avevo bisogno. E’ scorretto da parte di chi non legge romanzi d’amore criticarli e bollarli come fantasie escapiste. E’ un atteggiamento sessista e accondiscendente. Ma è scorretto anche perché non c’è assolutamente niente di male nella fantasia escapista.

Per chi ha bisogno di fuggire ed allontanarsi dalla realtà per qualche tempo, è un dono di incalcolabile valore.

Ruthie Knox


Alcune copertine, di diverse edizioni...tanto per farvi venire voglia di leggere i libri di questa splendida autrice!






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