sabato 28 aprile 2012
lunedì 23 aprile 2012
Giornata mondiale del libro
L'Unesco ha dichiarato il 23 aprile Giornata mondiale del libro.
Leggere è uno dei piaceri della vita per me, tanto che ricordo bene quanto mi mancasse nei primi tempi dopo la nascita di mio figlio, e il piacere provato quando di nuovo potei prendere in mano un libro, alla sera, per leggerlo a letto.
Ultimamente le mie letture non si sono rivolte ai grandi classici o a testi di saggistica o agli autori emergenti italiani, ma a generi cosiddetti di "evasione", che stanno avendo comunque molta diffusione, tanto che anche in Italia si è iniziato a usare il termine "escapismo" (orribile!) per indicare la ricerca di rilassamento, divertimento, ironia, che non ignora temi difficili o importanti, ma li affronta all'interno di una cornice avventurosa, romantica o comunque piacevole.
Grazie al saggio On faerie tales di Tolkien quest'anno ho riscoperto le valenze positive dell'evasione e quindi non mi faccio problemi, anche nel blog, a parlare di libri che certo non passeranno alla storia della letteratura, ma che mi intrattengono, divertono (a volte da lacrime agli occhi!), commuovono, rilassano, mi fanno sperare nel bene e nella positività del futuro, e sono spesso un'occasione per imparare (l'inglese, la vita contadina di fine Ottocento, il mutamento della religiosità americana, le innovazioni nelle figure degli angeli all'interno della letteratura...).
Inoltre, il fatto di non avere la televisione ha incrementato in maniera esponenziale il numero di libri che riesco a leggere. Con mio grande beneficio e piacere.
E voi? Leggete molto? E quali libri avete letto in questo inizio d'anno che vi sono davvero piaciuti?
Per fortuna ho ricordato di segnare i libri che ho letto mese per mese, ma ammetto che la scelta mi sembra davvero difficile. Ecco comunque i miei preferiti di questi mesi del 2012.
Tra i saggi: Ursula K. le Guin, Il linguaggio della notte.
Interessante, bello, poetico, divertente, ironico e sarcastico; tanto vivace e intelligente che, sebbene datato, sembra scritto ora.
Tra i romanzi: difficile, difficile scelta...
Per quelli con sfondo storico: Pamela Morsi, Courting Miss Hattie.
Carinissimo, dolce, divertente, con una storia d'amore non scontata. Lei non è bella, tanto da essere presa in giro spietatamente per questo, ma è forte, decisa, e con le debolezze e insicurezze di una zitella trentenne di metà Ottocento. Lui non sa bene quel che vuole, o meglio ci mette tutto il libro a capirlo, quindi un personaggio maschile molto verosimile. Un rapporto d'amore che nasce lentamente, affondando le proprie basi in una salda amicizia, ma che è tenerissimo. Bello l'affresco della realtà rurale dell'America di quei tempi (sembra di rivedere Anna dai capelli rossi, ma da un punto di vista adulto!). Interessante l'affresco di un piccolo paese, con le sue piccole persone grette, ma anche con i gesti di straordinario altruismo. E soprattutto, il ritratto di un mondo dove saper impegnarsi nel lavoro, darsi da fare, curare la terra, tenere in ordine la casa e la stalla e l'ovile e l'orto eccetera eccetera, saper costruire macchine, insomma lavorare sodo era un valore, riconosciuto come tale. Un insegnamento quanto mai necessario oggi, in cui sembra che lo scopo debba essere la vacanza totale e i nullafacenti siano quelli felici, da invidiare (le falsità che ti vengono messe davanti agli occhi, per non farti vedere la verità...che sei schiavo, che hanno già deciso per te che cosa devi apprezzare, volere, consumare...Ma come dice Geppetto: Bisogna impegnarsi a questo mondo, figliolo, industriarsi e darsi da fare in modo onesto, se no che cos'è l'uomo?). Quindi: bellissimo!
Per i libri urban fantasy: Sherrilyn Kenyon, The Guardian.
Dura scelta: ne avevo altri quattro della Kenyon con un giudizio sul nove, come questo, e la scelta tra Jericho e Seth mi è sembrata impossibile. Ma tant'è. Molto bello, da prenderti al cuore.
Per il paranormal romance: Kresley Cole, Darkdream desire (ops, mi ero sbagliata!). Uno dei migliori della serie Immortals after dark: ottime battute, ritmo, personaggi incredibili e adorabili.
Per il romanzo investigativo: Janet Evanovich, Sei nei guai. Stephanie Plum è la mia cacciatrice di taglie preferita in assoluto! Risate, umorismo, nonna Mazur, Morelli con la sua Ducati...come resistere?
Beh, finisco qui. Cinque libri, finora i migliori di questo 2012. E per voi? Ci sono dei libri che vi hanno conquistato in questi primi mesi dell'anno?
Leggere è uno dei piaceri della vita per me, tanto che ricordo bene quanto mi mancasse nei primi tempi dopo la nascita di mio figlio, e il piacere provato quando di nuovo potei prendere in mano un libro, alla sera, per leggerlo a letto.
Ultimamente le mie letture non si sono rivolte ai grandi classici o a testi di saggistica o agli autori emergenti italiani, ma a generi cosiddetti di "evasione", che stanno avendo comunque molta diffusione, tanto che anche in Italia si è iniziato a usare il termine "escapismo" (orribile!) per indicare la ricerca di rilassamento, divertimento, ironia, che non ignora temi difficili o importanti, ma li affronta all'interno di una cornice avventurosa, romantica o comunque piacevole.
Grazie al saggio On faerie tales di Tolkien quest'anno ho riscoperto le valenze positive dell'evasione e quindi non mi faccio problemi, anche nel blog, a parlare di libri che certo non passeranno alla storia della letteratura, ma che mi intrattengono, divertono (a volte da lacrime agli occhi!), commuovono, rilassano, mi fanno sperare nel bene e nella positività del futuro, e sono spesso un'occasione per imparare (l'inglese, la vita contadina di fine Ottocento, il mutamento della religiosità americana, le innovazioni nelle figure degli angeli all'interno della letteratura...).
Inoltre, il fatto di non avere la televisione ha incrementato in maniera esponenziale il numero di libri che riesco a leggere. Con mio grande beneficio e piacere.
E voi? Leggete molto? E quali libri avete letto in questo inizio d'anno che vi sono davvero piaciuti?
Per fortuna ho ricordato di segnare i libri che ho letto mese per mese, ma ammetto che la scelta mi sembra davvero difficile. Ecco comunque i miei preferiti di questi mesi del 2012.
Tra i saggi: Ursula K. le Guin, Il linguaggio della notte.
Interessante, bello, poetico, divertente, ironico e sarcastico; tanto vivace e intelligente che, sebbene datato, sembra scritto ora.
Tra i romanzi: difficile, difficile scelta...
Per quelli con sfondo storico: Pamela Morsi, Courting Miss Hattie.
Carinissimo, dolce, divertente, con una storia d'amore non scontata. Lei non è bella, tanto da essere presa in giro spietatamente per questo, ma è forte, decisa, e con le debolezze e insicurezze di una zitella trentenne di metà Ottocento. Lui non sa bene quel che vuole, o meglio ci mette tutto il libro a capirlo, quindi un personaggio maschile molto verosimile. Un rapporto d'amore che nasce lentamente, affondando le proprie basi in una salda amicizia, ma che è tenerissimo. Bello l'affresco della realtà rurale dell'America di quei tempi (sembra di rivedere Anna dai capelli rossi, ma da un punto di vista adulto!). Interessante l'affresco di un piccolo paese, con le sue piccole persone grette, ma anche con i gesti di straordinario altruismo. E soprattutto, il ritratto di un mondo dove saper impegnarsi nel lavoro, darsi da fare, curare la terra, tenere in ordine la casa e la stalla e l'ovile e l'orto eccetera eccetera, saper costruire macchine, insomma lavorare sodo era un valore, riconosciuto come tale. Un insegnamento quanto mai necessario oggi, in cui sembra che lo scopo debba essere la vacanza totale e i nullafacenti siano quelli felici, da invidiare (le falsità che ti vengono messe davanti agli occhi, per non farti vedere la verità...che sei schiavo, che hanno già deciso per te che cosa devi apprezzare, volere, consumare...Ma come dice Geppetto: Bisogna impegnarsi a questo mondo, figliolo, industriarsi e darsi da fare in modo onesto, se no che cos'è l'uomo?). Quindi: bellissimo!
Per i libri urban fantasy: Sherrilyn Kenyon, The Guardian.
Dura scelta: ne avevo altri quattro della Kenyon con un giudizio sul nove, come questo, e la scelta tra Jericho e Seth mi è sembrata impossibile. Ma tant'è. Molto bello, da prenderti al cuore.
Per il paranormal romance: Kresley Cole, Dark
Per il romanzo investigativo: Janet Evanovich, Sei nei guai. Stephanie Plum è la mia cacciatrice di taglie preferita in assoluto! Risate, umorismo, nonna Mazur, Morelli con la sua Ducati...come resistere?
Beh, finisco qui. Cinque libri, finora i migliori di questo 2012. E per voi? Ci sono dei libri che vi hanno conquistato in questi primi mesi dell'anno?
Tra Firenze e Venezia
Oggi pomeriggio: come al solito, ultimi e frenetici preparativi per la gita. Tanto che tutte le volte ti chiedi: ma che diamine ho fatto tutti gli altri giorni? Perché mi sono letta romanzi in inglese, ho giocato su Pottermore e ho scritto post sui libri per bambini con mostri invece di ripassare lo sviluppo del Rinascimento e la Maniera a Venezia? Suppongo che la risposta sia la stessa al perché ora sia qui a scrivere, piuttosto che a lavarmi i capelli (tanto poi se domani piove a Venezia!...), stirare (due pantaloni e due magliette rimasti nell'armadio di mio figlio, si può stare un altro po' senza stirare!) o lavare i piatti ammucchiati nell'acquaio (...ma c'è una donna al mondo a cui piace?): perché pure io sono un essere umano, e ogni tanto ho bisogno di rilassarmi.
Quindi ora ho preso i mitici volumi di Storia dell'arte italiana della Electa su cui ho studiato al liceo, quelli curati da Bertelli, Briganti e Giuliano, per rileggere alcune cose almeno sui principali dipinti che vedremo all'Accademia, e che conosco meno bene di quelli visti a Firenze, per i quali comunque ho fatto fare le presentazioni ai ragazzi (operazione didatticamente fondamentale e sempre proficua). Questi studenti che portiamo a Venezia, invece, sono più piccoli, il programma l'ho definito del tutto solo ieri, all'Accademia ci stiamo un'oretta scarsa, per cui è meglio che le presentazioni delle opere le faccia io. Allora ho preso in mano le mie fonti (dopo aver visto che wikipedia era come al solito scarsamente utile).
Illuminazione e rivelazione! Ero davvero un'ottima studentessa. Senza modestia né vanterie, lo giudico come insegnante. Mi fa meraviglia vedere quanto bene studiavo e quanto approfonditamente ho lavorato su quegli autori e quei dipinti. Sottolineature a matita, evidenziazione dei concetti-base con il colore giallo, appunti a matita a fianco delle opere, fogli di appunti di lezione inseriti nel libro. Gli unici capitoli intonsi sono quelli in cui c'è scritto "lo saltiamo" (ed ora capisco perché non sono mai riuscita ad apprezzare Pontormo o Rosso Fiorentino: li avevamo saltati! Eh, i vuoti di gusto che mai riuscirai a colmare...).
Tra l'altro questi volumi sono ancora oggi esteticamente piacevoli, curati, ben approfonditi, con ottime riproduzioni e descrizioni non banali né specialistiche. Ti fanno venire voglia di leggerli prima di dormire (però ci vorrebbe un leggio).
Ed è bello vedere che, nel frattempo, molte di quelle opere che avevi studiato solo sul libro (io, di-Savignano-e-poi-di-Gambettola, dove mai ero stata prima delle gite del liceo? Né a teatro né in qualche museo...eravamo piuttosto impegnati a sopravvivere.) le hai viste con i tuoi occhi. E ritrovi ciò che hai visto agli Uffizi, ma anche al Louvre, a Berlino, a Lipsia, a Vienna, a Colmar...E' come ritrovare degli amici: delle figure che prima erano solo disegni, schemi, volti, ora invece fanno parte dell'itinerario della tua vita. E vedere che cogli le cose che prima dovevi imparare da altri: gesti affettuosi che fanno presagire il rinascimento, movimenti e sguardi che portano l'opera direttamente nel periodo successivo, paesaggi di cui parli senza inventare, perché ora essi ti parlano, accenni e simboli che sai leggere perché ora fanno parte di quella visione che è divenuta anche parte di te.
Questo è bello.
Cosmé Tura, Madonna dello zodiaco, 1459 circa
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Quindi ora ho preso i mitici volumi di Storia dell'arte italiana della Electa su cui ho studiato al liceo, quelli curati da Bertelli, Briganti e Giuliano, per rileggere alcune cose almeno sui principali dipinti che vedremo all'Accademia, e che conosco meno bene di quelli visti a Firenze, per i quali comunque ho fatto fare le presentazioni ai ragazzi (operazione didatticamente fondamentale e sempre proficua). Questi studenti che portiamo a Venezia, invece, sono più piccoli, il programma l'ho definito del tutto solo ieri, all'Accademia ci stiamo un'oretta scarsa, per cui è meglio che le presentazioni delle opere le faccia io. Allora ho preso in mano le mie fonti (dopo aver visto che wikipedia era come al solito scarsamente utile).
Illuminazione e rivelazione! Ero davvero un'ottima studentessa. Senza modestia né vanterie, lo giudico come insegnante. Mi fa meraviglia vedere quanto bene studiavo e quanto approfonditamente ho lavorato su quegli autori e quei dipinti. Sottolineature a matita, evidenziazione dei concetti-base con il colore giallo, appunti a matita a fianco delle opere, fogli di appunti di lezione inseriti nel libro. Gli unici capitoli intonsi sono quelli in cui c'è scritto "lo saltiamo" (ed ora capisco perché non sono mai riuscita ad apprezzare Pontormo o Rosso Fiorentino: li avevamo saltati! Eh, i vuoti di gusto che mai riuscirai a colmare...).
Tra l'altro questi volumi sono ancora oggi esteticamente piacevoli, curati, ben approfonditi, con ottime riproduzioni e descrizioni non banali né specialistiche. Ti fanno venire voglia di leggerli prima di dormire (però ci vorrebbe un leggio).
Giovanni Bellini, Madonna col bambino in mezzo a Santa Caterina e Santa Maria Maddalena, 1490
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Questo è bello.
Tiziano, Presentazione di Maria al Tempio, 1538
Gallerie dell'Accademia, Venezia
Gallerie dell'Accademia, Venezia
domenica 15 aprile 2012
Libri con mostri 3
La nostra appassionata esplorazione del mondo dei mostri continua.
Questa volta io e mio figlio abbiamo fatto due scoperte molto carine e un'altra che nessuno dei due è riuscito ad apprezzare più di tanto.
Davvero dolce e simpatico il racconto, con illustrazioni divertentissime di Francesca di Chiara! Un bambino sognatore che incappa di continuo in creature pericolose...ma la cui fantasia è sicuramente un dono.
Molto bello, sia per i racconti divertenti e ricchi di semplici insegnamenti, mai né troppo forzati né troppo ingenui, sia per le "mostruose" illustrazioni di Elisabetta Decontardi, che ben inseriscono nel mondo un po' fiabesco un po' ridicolmente sbalestrato dei racconti.
AA.VV., Occhio di serpe, lingua di fuoco. Storie di mostri e draghi, Einaudi EL, San Dorligo della Valle 2007.
Ecco, questo è quello che non ci è piaciuto. E' vero, è per ragazzini più grandi, infatti c'è scritto sul retro: "da 8 anni". Ma anche a quell'età secondo me fa fatica a piacere. Le storie sono piuttosto macabre, cupe, piene di persone riottose, grette e a volte crudeli. I mostri non si sa da dove arrivano e neanche dove finiscono né se effettivamente fossero davvero tali. Le illustrazioni sono di diversi autori ed alcune valgono da sole il prezzo del libro (per fortuna). Di sicuro, dopo la terza storia a mio figlio non ne ho lette altre, e decisamente lui non me ne ha chieste più da questo libro. Che cosa ci è rimasto? Una vaga inquietudine...
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mercoledì 11 aprile 2012
Copertine: esempi nelle edizioni Fanucci, uf e pr
Continuiamo la carrellata di copertine, ovviamente non esaustiva, puramente indicativa e sommamente soggettiva, con alcune scelte dell'editore Fanucci, sempre limitandoci ai generi urban fanatsy e paranormal romance, e sempre riferendoci a immagini di copertina che si è scelto di cambiare.
Sherrilyn Kenyon, Danza col diavolo
Meglio la copertina originale secondo me, soprattutto perché la aspettavo, dato che i primi volumi avevano sempre riproposto le stesse immagini dell'edizione americana. Di quella italiana ho apprezzato il riferimento all'aurora boreale (del resto, siamo in Alaska), ma non molto il volto femminile, che purtroppo non rimanda affatto, a mio giudizio, ad Astrid per come viene presentata nel libro.
Sherrilyn Kenyon, Il gioco della notte
Una volta accusato il colpo e capito che non avrei probabilmente più avuto la riproposizione delle copertine originali, ho comunque sperato per il meglio. E non siamo andati malissimo, solo che la ragazza della versione italiana assomiglia troppo a Cher e non ha niente a che fare con Bride, la dolce, decisa, formosa Bride! Tra l'altro la città dello sfondo (che sarebbe anche bello...) mi pare New York, proprio non New Orleans. E ovviamente....pipistrelli, sob! In ogni caso, vince la copertina originale, soprattutto quella con Vane a figura intera (il colore in realtà è più tenue di questo vivace lilla, è un problema dell'immagine che ho caricato!), e spero di non dover spiegare il perché.
Jeaniene Frost, Serie di Cat e Bones
Le copertine italiane non sono in ordine come quelle originali, l'ordine di pubblicazione è La cacciatrice - La regina - L'urlo - L'odore (della notte, of course). Beh...delle italiane mi è piaciuta quella de L'urlo della notte, ma quelle originali sono così belle che non c'era possibilità. Sarebbe stato meglio arrendersi subito...
Jeaniene Frost, Crepuscolo cremisi
E in questo caso, invece, mi sento di ringraziare Fanucci perché l'immagine originale di copertina non mi pare né intensa né accattivante. Meglio quella italiana.
Sharon Carter Rogers, Baby Doll
Anche qui preferisco la copertina originale. Più suggestiva e forte, meno ambigua riguardo al contenuto del libro.
Kim Harrison, Il fascino della notte
Direi meglio la copertina italiana, soprattutto perché non riesco mai ad apprezzare i sederi di figure femminili, che invece pare vadano molto negli Stati Uniti, almeno in questo genere di narrativa. L'unica cosa che non mi convince della copertina italiana sono, è chiaro, i pipistrelli! E il fatto che siamo sempre sul solito modello: volto di donna-città sullo sfondo. Aiuta la riconoscibilità, certo, ma...adesso basta!
Per quel che riguarda le serie che, in generale, hanno mantenuto le copertine originali, come quella dei Sangue Blu di Melissa de la Cruz, i volumi di Karen Chance, i primi della serie Dark-Hunters di Sherrilyn Kenyon o quelli della serie su Nick, mi pare che la scelta sia stata felice perché le copertine originali erano davvero intriganti e suggestive.
Nel resto delle pubblicazioni, invece, secondo me il confronto non porta a una "vittoria" di Fanucci. Lo considero un peccato, perché in altri ambiti Fanucci ha osato e ha vinto: penso alle copertine del fantasy o della science-fiction, in particolare a quelle di Antonello Silverini per le opere di Philip Dick, a quelle per le opere di China Miéville, Frank P. Herbert, Robert Jordan e Terry Goodkind. Tutte scelte non scontate, alcune forse addirittura rischiose, ma secondo me molto riuscite.
Qualcuno mi aiuta a capire perché nelle copertine del genere urban fantasy (soprattutto se rivolto a donne e non a ragazze) trovo invece più appiattimento, meno forza e creatività, minor capacità di coinvolgere, scuotere, colpire, minor aderenza a ciò che si andrà a leggere e, quel che è peggio, un supino adeguamento alle mode (riferite al mondo femminile, ovvio!) del momento?
Grazie per l'aiuto.
Una volta accusato il colpo e capito che non avrei probabilmente più avuto la riproposizione delle copertine originali, ho comunque sperato per il meglio. E non siamo andati malissimo, solo che la ragazza della versione italiana assomiglia troppo a Cher e non ha niente a che fare con Bride, la dolce, decisa, formosa Bride! Tra l'altro la città dello sfondo (che sarebbe anche bello...) mi pare New York, proprio non New Orleans. E ovviamente....pipistrelli, sob! In ogni caso, vince la copertina originale, soprattutto quella con Vane a figura intera (il colore in realtà è più tenue di questo vivace lilla, è un problema dell'immagine che ho caricato!), e spero di non dover spiegare il perché.
Jeaniene Frost, Serie di Cat e Bones
Le copertine italiane non sono in ordine come quelle originali, l'ordine di pubblicazione è La cacciatrice - La regina - L'urlo - L'odore (della notte, of course). Beh...delle italiane mi è piaciuta quella de L'urlo della notte, ma quelle originali sono così belle che non c'era possibilità. Sarebbe stato meglio arrendersi subito...
Jeaniene Frost, Crepuscolo cremisi
Sharon Carter Rogers, Baby Doll
Anche qui preferisco la copertina originale. Più suggestiva e forte, meno ambigua riguardo al contenuto del libro.
Kim Harrison, Il fascino della notte
Direi meglio la copertina italiana, soprattutto perché non riesco mai ad apprezzare i sederi di figure femminili, che invece pare vadano molto negli Stati Uniti, almeno in questo genere di narrativa. L'unica cosa che non mi convince della copertina italiana sono, è chiaro, i pipistrelli! E il fatto che siamo sempre sul solito modello: volto di donna-città sullo sfondo. Aiuta la riconoscibilità, certo, ma...adesso basta!
Per quel che riguarda le serie che, in generale, hanno mantenuto le copertine originali, come quella dei Sangue Blu di Melissa de la Cruz, i volumi di Karen Chance, i primi della serie Dark-Hunters di Sherrilyn Kenyon o quelli della serie su Nick, mi pare che la scelta sia stata felice perché le copertine originali erano davvero intriganti e suggestive.
Nel resto delle pubblicazioni, invece, secondo me il confronto non porta a una "vittoria" di Fanucci. Lo considero un peccato, perché in altri ambiti Fanucci ha osato e ha vinto: penso alle copertine del fantasy o della science-fiction, in particolare a quelle di Antonello Silverini per le opere di Philip Dick, a quelle per le opere di China Miéville, Frank P. Herbert, Robert Jordan e Terry Goodkind. Tutte scelte non scontate, alcune forse addirittura rischiose, ma secondo me molto riuscite.
Qualcuno mi aiuta a capire perché nelle copertine del genere urban fantasy (soprattutto se rivolto a donne e non a ragazze) trovo invece più appiattimento, meno forza e creatività, minor capacità di coinvolgere, scuotere, colpire, minor aderenza a ciò che si andrà a leggere e, quel che è peggio, un supino adeguamento alle mode (riferite al mondo femminile, ovvio!) del momento?
Grazie per l'aiuto.
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martedì 10 aprile 2012
Copertine di urban fantasy e paranormal romance
"Le copertine devono somigliare a tre cose: al libro che racchiudono, all'editore che lo pubblica, al lettore che lo compra". Riccardo Falcinelli, art director e curatore di Fare i libri - Dieci anni di grafica in casa editrice (Minimum Fax).
Di solito tendo a preferire le copertine originali, in particolare per i romanzi, ma ammetto che nel caso del paranormal romance e dell'urban fantasy le copertine originali spesso sono un po', come dire, troppo "mitico fusto e donnetta svenevole" o "sangue colante e zanne acuminate". Alcune copertine italiane quindi, discostandosi da queste modalità, secondo me sono molto più riuscite. In altri casi, invece, soprattutto quando le copertine originali sono molto interessanti, innovative, divertenti o suggestive, mi piace che vengano mantenute.
Riprendendo la frase di Falcinelli, effettivamente trovo molto seguita la seconda richiesta (somigliare all'editore), abbastanza la terza (somigliare ai lettori che lo comprano), meno la prima (somigliare al libro che racchiudono). Infatti trovo lo stile delle copertine abbastanza riconoscibile a seconda dell'editore, penso a Fanucci, Leggereditore, Nord, Newton Compton, Giunti, i cui libri spesso individuo chiaramente pur senza aver visto il logo o la scritta. Questo lo giudico indubbiamente positivo.
In quanto ai lettori, mi pare che dalle copertine si noti bene che sono pubblicazioni rivolte prevalentemente al genere femminile. Anche questo è positivo e aiuta: ad esempio io spesso mi trovo a cercare questi libri in scaffali che confinano con l'horror o il crime, generi che non sono proprio nelle mie corde, e questa riconoscibilità "femminile" la apprezzo molto. Mi fa risparmiare tempo, e questo è fondamentale dato che di solito mio figlio, nel frattempo, sta correndo nella parte opposta della libreria, o sta aprendo un libro pop-up con costernazione o allibito orrore della libraia.
Tuttavia mi pare che a volte ci siano confusioni perché immagini che farebbero pensare a un contenuto adulto si trovano su libri per ragazzi o young adult, mentre libri dal contenuto marcatamente adulto hanno a volte copertine molto delicate, più romantiche che altro. Per carità, a me non piacciono le copertine troppo forti o smaccate, ma neanche quelle con adolescenti sognatrici quando il libro è ben più forte.
Sono una lettrice di questo genere da solo un anno o poco più, ma mi sono fatta un'opinione riguardo a ciò che gradisco. In copertina non apprezzo gli uomini esageratamente muscolosi (tipo "pompato"; diciamo che il mio ideale è rappresentato dalla statuaria greca), ma di solito apprezzo i busti maschili sia di fronte che di spalle (beh, anche di profilo o di tre quarti). Le figure intere mi risultano gradite se non perdono d'intensità e se sono in rapporto con lo sfondo. Molti volti maschili purtroppo non mi appaiono affascinanti, non so perché, ma se la foto ha un'espressione intensa la apprezzo comunque. Mi piacciono i volti maschili inconsueti e con espressioni "vere". Volti non stereotipati di donne, dall'espressione decisa o ironica, attirano le mie simpatie molto più che occhi di donne, bocche di donne, facce di donne con la classica espressione che le foto di moda e le pubblicità hanno consacrato, ma che a me fa pensare a una persona che ha problemi di stitichezza, o che è appena uscita da un'overdose, o che ha appena tirato fuori la testa dalla tazza del water. Opinione personale, per la quale tra l'altro non compro più una rivista femminile da tre anni (le uniche pubblicità che non mi facevano venir voglia di lanciare il giornale erano quelle di Elena Mirò - chi si ricorda? "Ciao, magre!" - e quelle di Antonio Marras, che mi hanno sempre fatto sognare...).
Assomigliare al libro è la cosa più difficile, per una copertina. A me è capitato poche volte di chiudere il libro e aver pensato: "Questa copertina è perfetta, perfetta!". Certo, è qualcosa di estremamente personale, perché ciascuno in un libro può essere colpito da elementi diversi, ma a volte ci sono quei fili conduttori, quei temi che tornano continuamente nel libro e che vorresti ritrovare anche nell'immagine che lo rappresenta (e presenta).
Gli elementi simbolici, le immagini architettoniche o gli elementi floreali li giudico sempre intriganti, a meno che non siano stati visti già troppe volte (ad esempio, la ormai classica immagine di navata di chiesa in penombra o il fiore rosso che perde i petali o le mele, mele, mele...).
Mi piace che ci siano riprese nelle copertine di una serie: un colore, una modalità, un elemento, qualcosa che faccia da tratto d'unione e che il lettore possa aspettarsi come si aspetta la battuta simpatica di un amico.
E voi, miei quattro lettori, che ne pensate?
Iniziamo prendendo ad esempio alcune copertine di Leggereditore.
Kresley Cole, Dark Passion
Kresley Cole, Dark forever
Quella italiana è una delle più belle tra quelle uscite negli ultimi anni, ma effettivamente anche quella originale non era male. Comunque anche tra queste due preferisco quella italiana.
Kresley Cole, Dark dream
In questo caso, invece, la copertina italiana non l'ho apprezzata molto, perché a mio parere non c'entra nulla con la storia, anzi fa immaginare tutto un altro ambito. Invece quella originale è strepitosa, sarà che Rydstrom me lo immagino proprio così (non nel senso delle catene!!! Ma dell'aspetto).
Darynda Jones, Il fascino del male
Per il primo volume delle avventure di Charley era stata mantenuta la copertina originale e mi sarebbe piaciuto che lo avessero fatto anche in questo caso. Infatti la considero super-glamour e ironicissima! Tra l'altro Charley, come molte altre protagoniste di questo genere, non me la immagino proprio così "figosa" come la ragazza dell'edizione italiana. Sono solo io?
Larissa Ione, Passione eterna
Mah. Non è che mi faccia impazzire, ma devo dire che preferisco la copertina originale, sia per l'espressione del volto della donna nella copertina italiana (vedi sopra) sia per il panorama che fa villaggio alpino e che per un libro ambientato tra l'Egitto e gli Stati Uniti non vedrei proprio come la prima scelta.
Lora Leigh, Istinto animale
Beh, dell'edizione originale non ho messo la prima versione, ho pensato fosse meglio. In ogni caso qui la copertina italiana vince alla stragrande, peccato solo per i pipistrelli (?).
Lara Adrian, Il bacio eterno
Trovo migliore la copertina italiana, più sobria, più chiara, più evocativa. (E qui i pipistrelli ci stanno).
Lara Adrian, Il bacio di fuoco
In questo caso si gioca su colori e immagini radicalmente diversi. Le tonalità della copertina italiana mi paiono molto glamour e perfette per la primavera (dato che il libro esce alla fine di aprile...), mentre trovo i colori dell'edizione originale davvero cupi. Tuttavia, apprezzo maggiormente l'immagine di abbraccio dell'edizione originale rispetto alla "vamp chic" della copertina italiana, la cui bellezza giudico troppo artefatta.
Ho cercato di scegliere soprattutto le copertine di cui non ricordavo l'originale, per non avere prevenzioni. Un pari dal mio punto di vista, 4 a 4.
Voi che ne dite?
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lunedì 9 aprile 2012
Libri per bambini con orchi
Gli orchi a me hanno sempre fatto paura. Per fortuna nei libri per bambini non la spuntano quasi mai, e quando succede è perché si sono lasciati ammansire. Inoltre, ora che sono adulta riesco ad apprezzare i rimandi che gli illustratori, attraverso certi segni più o meno piccoli, mettono nelle loro figure. Tuttavia, ammetto che in certe storie glisso sui particolari più trucidi. Per esempio, in Pollicino non dico che l'orco si mangia le proprie figlie, ma solo che si accorge che i suoi ospiti sono fuggiti. Beh, mio figlio aveva quattro anni la prima volta che gli ho letto questa storia: mi sembrava davvero un po' troppo presto per certi dettagli.
Comunque, ecco alcuni libri con orchi che abbiamo apprezzato, partendo dall'ultima scoperta in biblioteca.
Mathilde Stein e Mies van Hout, L'orco, Lemniscaat/Il castello, Rotterdam/Milano 2008
Davvero divertente. Sia il testo che le illustrazioni sono ricchi e suggestivi, e l'indomita bambina protagonista dell'avventura è una sagoma! L'orco è troppo pasticcione per non risultare davvero simpatico!
Charles Perrault, Pollicino, illustrazioni di Lucia Salemi, Fabbri, Milano 2007
Un testo classico, con una resa che in qualche passo è forse un po' difficile (frasi lunghe e con troppe subordinate, termini abbastanza desueti; mi riferisco ovviamente alla lettura a bambini fino ai sei anni), ma che rende bene la storia soprattutto grazie alle splendide illustrazioni di Lucia Salemi, di una tenerezza, poesia e ironia uniche. L'orco è giustamente una figura caricaturale, gabbata senza troppa fatica dal piccolino. Meraviglioso il disegno di Pollicino che dorme, luna e stelle tra i suoi capelli.
Pollicino (dalla versione tradizionale italiana e da Charles Perrault), illustrazioni di Sophie Fatus, Fatatrac, Firenze 2008
Sophie Fatus mi piace molto come illustratrice, ma il fatto che in quest'opera abbia voluto privilegiare gli aspetti oscuri e spaventosi della storia, utilizzando colori cupi e immagini forti, me l'ha fatta risultare meno piacevole di altre. L'orco mi è parso troppo umano, e quei baffetti mi ricordano troppo un certo personaggio storico. La narrazione invece, data da un incrocio tra la versione di Perrault e quella tradizionale italiana, è molto gradevole.
Charles Perrault, Il gatto con gli stivali, illustrazioni di Maria Sole Macchia, Fabbri, Milano 2006
Questo libro è una piccola perla. L'ironia smaccata del racconto, la simpatia dei personaggi, le illustrazioni divertentissime e dolci (da manifesto quella del ragazzo appena tirato fuori dallo stagno, davanti al re e alla principessa, con l'espressione - impagabile! - dei due cavalli della carrozza!) lo rendono una lettura piacevolissima. L'orco è una figura ben fatta, sia nella versione umana, sia come leone, sia come topolino è disegnato in modo che si capisca che può far paura, ma non al nostro gatto.
Comunque, ecco alcuni libri con orchi che abbiamo apprezzato, partendo dall'ultima scoperta in biblioteca.
Mathilde Stein e Mies van Hout, L'orco, Lemniscaat/Il castello, Rotterdam/Milano 2008
Davvero divertente. Sia il testo che le illustrazioni sono ricchi e suggestivi, e l'indomita bambina protagonista dell'avventura è una sagoma! L'orco è troppo pasticcione per non risultare davvero simpatico!
Charles Perrault, Pollicino, illustrazioni di Lucia Salemi, Fabbri, Milano 2007
Un testo classico, con una resa che in qualche passo è forse un po' difficile (frasi lunghe e con troppe subordinate, termini abbastanza desueti; mi riferisco ovviamente alla lettura a bambini fino ai sei anni), ma che rende bene la storia soprattutto grazie alle splendide illustrazioni di Lucia Salemi, di una tenerezza, poesia e ironia uniche. L'orco è giustamente una figura caricaturale, gabbata senza troppa fatica dal piccolino. Meraviglioso il disegno di Pollicino che dorme, luna e stelle tra i suoi capelli.
Pollicino (dalla versione tradizionale italiana e da Charles Perrault), illustrazioni di Sophie Fatus, Fatatrac, Firenze 2008
Sophie Fatus mi piace molto come illustratrice, ma il fatto che in quest'opera abbia voluto privilegiare gli aspetti oscuri e spaventosi della storia, utilizzando colori cupi e immagini forti, me l'ha fatta risultare meno piacevole di altre. L'orco mi è parso troppo umano, e quei baffetti mi ricordano troppo un certo personaggio storico. La narrazione invece, data da un incrocio tra la versione di Perrault e quella tradizionale italiana, è molto gradevole.
Charles Perrault, Il gatto con gli stivali, illustrazioni di Maria Sole Macchia, Fabbri, Milano 2006
Questo libro è una piccola perla. L'ironia smaccata del racconto, la simpatia dei personaggi, le illustrazioni divertentissime e dolci (da manifesto quella del ragazzo appena tirato fuori dallo stagno, davanti al re e alla principessa, con l'espressione - impagabile! - dei due cavalli della carrozza!) lo rendono una lettura piacevolissima. L'orco è una figura ben fatta, sia nella versione umana, sia come leone, sia come topolino è disegnato in modo che si capisca che può far paura, ma non al nostro gatto.
domenica 8 aprile 2012
Libri per bambini con mostri, 2
Abbiamo trovato qualche altro libro per bambini con i mostri! Ecco le nostre piacevoli scoperte: storie gustose con illustrazioni molto diverse, ma tutte interessanti.
David Grossman, Itamar il cacciatore di sogni, Mondadori, Milano 2008, € 7,00
Più che un mostro è un folletto quello che Itamar e il suo papà devono sconfiggere. E, come sempre, il mostro non è così brutto come lo si dipinge: Itamar scoprirà che il folletto è suo, ed esiste solo nei suoi sogni, e si accorderà in modo che entrambi possano essere felici. Bellissime le illustrazioni di Manuela Santini, che ha ritratto benissimo David Grossman.
Stephanie Blake, No, niente nanna!, Babalibri
Due coniglietti fratelli che giocano, ma il piccino dimentica la copertina, e "niette 'tina, niette nanna!". Il viaggio di Gaspare per ritrovare la copertina nel mezzo della notte, ma c'è...un mostro! Per fortuna la casa è lì, con il letto, il fratellino, la mamma, la colazione.
Carl Norac e Carll Cneut, Mostro, non mangiarmi!, Adelphi, Milano 2006, € 14,00
Il maialino Alex si addentra nel bosco per prendere mele e more, anche se la mamma gli ha detto di non mangiare fuori pasto. Ma...viene catturato da un mostro! Grazie alla sua furbizia rimanda il momento in cui il mostro lo mangerà...finché per fortuna arriva la mamma del mostro, che gli impone di non mangiare fuori pasto e di andare a lavarsi. Alex corre a casa dalla mamma, sollevato.
Bella storia e illustrazioni molto belle e poetiche, con una speciale qualità pittorica e un'aura quasi onirica.
David Grossman, Itamar il cacciatore di sogni, Mondadori, Milano 2008, € 7,00
Più che un mostro è un folletto quello che Itamar e il suo papà devono sconfiggere. E, come sempre, il mostro non è così brutto come lo si dipinge: Itamar scoprirà che il folletto è suo, ed esiste solo nei suoi sogni, e si accorderà in modo che entrambi possano essere felici. Bellissime le illustrazioni di Manuela Santini, che ha ritratto benissimo David Grossman.
Stephanie Blake, No, niente nanna!, Babalibri
Due coniglietti fratelli che giocano, ma il piccino dimentica la copertina, e "niette 'tina, niette nanna!". Il viaggio di Gaspare per ritrovare la copertina nel mezzo della notte, ma c'è...un mostro! Per fortuna la casa è lì, con il letto, il fratellino, la mamma, la colazione.
Carl Norac e Carll Cneut, Mostro, non mangiarmi!, Adelphi, Milano 2006, € 14,00
Il maialino Alex si addentra nel bosco per prendere mele e more, anche se la mamma gli ha detto di non mangiare fuori pasto. Ma...viene catturato da un mostro! Grazie alla sua furbizia rimanda il momento in cui il mostro lo mangerà...finché per fortuna arriva la mamma del mostro, che gli impone di non mangiare fuori pasto e di andare a lavarsi. Alex corre a casa dalla mamma, sollevato.
Bella storia e illustrazioni molto belle e poetiche, con una speciale qualità pittorica e un'aura quasi onirica.
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sabato 7 aprile 2012
libri del mese; aprile 2012
Libri del mese
Aprile 2012
(in ordine di lettura)
Sophie Kinsella, Sai tenere un segreto?, Mondadori, Milano 2003
Thea Harrison, Storm's heart, (Elder races 2; rete)
Pamela Morsi, Courting Miss Hattie, (rete)
Pamela Morsi, Courting Miss Hattie, (rete)
venerdì 6 aprile 2012
Storm's heart, di Thea Harrison
Mi piace lasciarmi coinvolgere dalle storie, e quando mi imbatto in una serie avventurosa, romantica, ironica e divertente come questa apprezzo molto il fatto di poter leggere tutti i libri che la compongono (fino ad ora) uno di seguito all'altro. E' utile anche per non perdere il filo della macro-trama e delle sotto-storie che si dipanano di libro in libro (altro elemento che apprezzo molto, la continuità e i richiami di libro in libro).
Anche questo secondo capitolo della serie Elder races è stato accattivante, sebbene debba ammettere di aver apprezzato maggiormente la prima parte del libro che la seconda, anche per il comportamento dei protagonisti, che a lungo andare diventa un po' stereotipato. I personaggi secondari, per contro, nella seconda parte del libro acquistano più spessore: Rune, Aryal - l'arpia che in Dragon Bound mi stava antipatica, e ora simpaticissima -, Cameron (finalmente un'umana decente!), Duncan, che speriamo ritorni, la dottoressa Seremela Telemar (che, a parte il nome che sembra uno scioglilingua, è una interessante donna-medusa - non l'animale, ma la creatura mitologica con serpenti al posto dei capelli), Arethusa e Aubrey, e Carling, protagonista del prossimo libro della serie insieme a Rune.
Tiago è un uomo-alpha talmente dispotico da far impallidire Dragos, ma lo salvano lo spudorato carisma sexy e un'autoironia davvero simpatica. Tricks mi era piaciuta di più in Dragon Bound, perché in questo libro ha spesso un comportamento infantile o contradditorio, ma anche lei viene salvata dalla simpatia di certe sue uscite. Inoltre a me le fate lasciano abbastanza fredda, quindi forse ero già un po' prevenuta rispetto a lei, mentre un Wyr thunderbird, contornato da temporali, tuoni e fulmini, come fa a non essere affascinante?!
Infine, a me questo secondo volume è parso scritto meglio del primo: migliore la capacità di descrizione di caratteri e sentimenti, più approfondita l'introspezione e più calibrata l'interazione tra i vari personaggi. Tuttavia ammetto che questa mia differenza di percezione potrebbe anche essere dovuta al formato differente in cui ho letto i due testi, il primo in un orribile pdf scritto piccolissimo, questo invece in un ottimo formato epub.
Si conferma comunque la capacità della scrittrice di costruire dialoghi vivi, vivaci, ironici, romantici o commoventi a seconda dei casi e di delineare un mondo interessate, coerente, affascinante. Quindi un giudizio positivo, anche se la conclusione è un po' sottotono e non porta a termine alcune delle linee fondamentali del libro.
Alcune frasi tratte dal libro, grazie a www.goodreads.com, con mie aggiunte tra parentesi.
He had come for her. He had promised everything was going to be okay, and he had come for her, and he had looked so crazy-sexy. No, monstrous. No, sexy. Oh damn.
(I pensieri di Tricks, o Niniane, che dir si voglia)
(I pensieri di Tricks, o Niniane, che dir si voglia)
I don't know all the answers. Nobody does; nobody can. Take hold of this, Niniane. Take hold of me, and don't let go for anything.
(Tiago a Niniane)
(Tiago a Niniane)
Dude, you ever taste harpy’s blood? We’re rarer than shit so I’m betting not. Want to go out for a drink sometime? If you put out, I might let you have a sip.
(L'arpia Aryal al vampiro che fa la guardia a Tricks. Come aggiunge poco dopo, non sai quanto è difficile rimediare un appuntamento a New York!)
(L'arpia Aryal al vampiro che fa la guardia a Tricks. Come aggiunge poco dopo, non sai quanto è difficile rimediare un appuntamento a New York!)
“The shackles." She stirred. "Aryal has both sets of chains, and the key," she told him, muffled against his skin. "She swears she'll find a way to destroy them. She's saying 'My Precious' a lot and talking about dropping them into a volcano.”
(Il mio tessssssoro...Mi piacciono le citazioni di libri nei libri!)
(Il mio tessssssoro...Mi piacciono le citazioni di libri nei libri!)
Tiago decided he enjoyed armchair warfare. It was so comfortable, and there were pastries.
(Una delle frasi più simpatiche del libro!)
(Una delle frasi più simpatiche del libro!)
Never send a harpy on a mission of diplomacy.
(L'hai detto, Rune.)
(L'hai detto, Rune.)
Her compact, curvaceous body was laid out like some kind of offering to a pagan god. As someone who had once been a pagan god, he knew what he was talking about . . .
She cradled his head and bowed over him, wiping her damp cheeks with one hand.
"We're so different from each other."
"We live a long time. It's good to not be bored.”
(Conciso, essenziale, ironico. Tiago nella modalità migliore).
"We're so different from each other."
"We live a long time. It's good to not be bored.”
(Conciso, essenziale, ironico. Tiago nella modalità migliore).
mercoledì 4 aprile 2012
Libri per bambini con mostri
Non ho mai amato i mostri, quindi ovviamente mio figlio ne è appassionato. (Come di serpenti, ragni, rettili vari, scheletri, zombi....brrr!!!)
Tuttavia ho scoperto con piacere che molti libri per bambini con mostri sono davvero gradevoli, simpatici, ironici. Ecco quelli che preferiamo.
Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri, 1999
Bellissimo. Se dovessi dargli un voto, direi sicuramente 10. Le parole sono accattivanti, non invasive e ricche di sollecitazioni e spunti. I disegni sono splendidi, dolci, ironici e interagiscono meravigliosamente con le parole. Lo si prende e riprende in mano per puro piacere, e dà l'occasione di affrontare temi importanti, quali la rabbia, il desiderio di fuga, l'accettazione. Inoltre, è uno di quei libri che consente facilmente integrazioni da parte del genitore-lettore. Ad esempio a mio figlio, nelle pagine senza testo, io raccontavo: "...e ulularono selvaggiamente arrampicandosi selvaggiamente sugli alberi" o "...e danzarono selvaggiamente trasportando selvaggiamente Max sulla schiena" e alla fine, quando Max ritorna nella sua cameretta e c'è un piatto caldo che lo aspetta (perché anche se una mamma si arrabbia, non lascia il figlio senza cena), aggiungevo, perché fosse più chiaro: "...glielo aveva preparato la sua mamma!". E mio figlio sorrideva, tranquillizzato e divertito al contempo. Imperdibile e impagabile.
Julia Donaldson e Alex Scheffler, Il Gruffalò, Emme edizioni, San Dorligo della valle (TS)
Questo è un altro classico, quando si parla di mostri. Divertentissimo, con rime molto carine ben rese in italiano, un mostro che fa davvero tenerezza e un topolino furbacchione che è la perfetta ripresa di certi personaggi tipici delle fiabe (i piccoli e deboli che grazie alla loro furbizia hanno la meglio sul cattivo di turno). Proprio bello, si gusta come un gelato.
Il seguito della storia del Gruffalò. Carino come il precedente, con gli stessi disegni semplici, divertenti, ricchi di particolari simpatici.
Michael Broad, Il fetido gnoccopuzzo, Piemme, Milano 2011
L'ho comprato perché mio figlio l'ha visto (occhio di lince per cose mostruose) e perché costa € 3,00, ma non mi aspettavo granché. Invece sono rimasta stupita! Per quanto la storia sia semplice, certe parti fanno davvero ridere e le varie schede sui mostri sono simpaticissime. Da allora, ogni tanto io e mio figlio ci apostrofiamo dicendoci: "Non fare la Giannetta horribilis!" E andate a scoprire qual è la forma ideale di costruzione a Mostrolandia...eh sì!
Ed eccone uno che a lui è piaciuto, a me per niente.
Henriette Bichonnier - Pef, Il ritorno del mostro peloso, Emme edizioni, San Dorligo della Valle (TS) 2010
Un principe che si ritrasforma in mostro, attraverso uno scoppio in cui vediamo tutti i suoi organi interni sparpagliarsi in giro? Per me meglio di no, grazie. E poi come mostro l'ho trovato davvero poco piacevole. La sua famiglia è pure più brutta di lui. E il dipanarsi della storia non mi ha convinta. Comunque, mio figlio l'ha apprezzato.
Tuttavia ho scoperto con piacere che molti libri per bambini con mostri sono davvero gradevoli, simpatici, ironici. Ecco quelli che preferiamo.
Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri, 1999
Bellissimo. Se dovessi dargli un voto, direi sicuramente 10. Le parole sono accattivanti, non invasive e ricche di sollecitazioni e spunti. I disegni sono splendidi, dolci, ironici e interagiscono meravigliosamente con le parole. Lo si prende e riprende in mano per puro piacere, e dà l'occasione di affrontare temi importanti, quali la rabbia, il desiderio di fuga, l'accettazione. Inoltre, è uno di quei libri che consente facilmente integrazioni da parte del genitore-lettore. Ad esempio a mio figlio, nelle pagine senza testo, io raccontavo: "...e ulularono selvaggiamente arrampicandosi selvaggiamente sugli alberi" o "...e danzarono selvaggiamente trasportando selvaggiamente Max sulla schiena" e alla fine, quando Max ritorna nella sua cameretta e c'è un piatto caldo che lo aspetta (perché anche se una mamma si arrabbia, non lascia il figlio senza cena), aggiungevo, perché fosse più chiaro: "...glielo aveva preparato la sua mamma!". E mio figlio sorrideva, tranquillizzato e divertito al contempo. Imperdibile e impagabile.
Julia Donaldson e Alex Scheffler, Il Gruffalò, Emme edizioni, San Dorligo della valle (TS)
Questo è un altro classico, quando si parla di mostri. Divertentissimo, con rime molto carine ben rese in italiano, un mostro che fa davvero tenerezza e un topolino furbacchione che è la perfetta ripresa di certi personaggi tipici delle fiabe (i piccoli e deboli che grazie alla loro furbizia hanno la meglio sul cattivo di turno). Proprio bello, si gusta come un gelato.
Julia Donaldson e Alex Scheffler, Il Gruffalò e la sua piccolina, Emme edizioni, San Dorligo della Valle (TS), 2011
Il seguito della storia del Gruffalò. Carino come il precedente, con gli stessi disegni semplici, divertenti, ricchi di particolari simpatici.
Michael Broad, Il fetido gnoccopuzzo, Piemme, Milano 2011
L'ho comprato perché mio figlio l'ha visto (occhio di lince per cose mostruose) e perché costa € 3,00, ma non mi aspettavo granché. Invece sono rimasta stupita! Per quanto la storia sia semplice, certe parti fanno davvero ridere e le varie schede sui mostri sono simpaticissime. Da allora, ogni tanto io e mio figlio ci apostrofiamo dicendoci: "Non fare la Giannetta horribilis!" E andate a scoprire qual è la forma ideale di costruzione a Mostrolandia...eh sì!
Ed eccone uno che a lui è piaciuto, a me per niente.
Henriette Bichonnier - Pef, Il ritorno del mostro peloso, Emme edizioni, San Dorligo della Valle (TS) 2010
Un principe che si ritrasforma in mostro, attraverso uno scoppio in cui vediamo tutti i suoi organi interni sparpagliarsi in giro? Per me meglio di no, grazie. E poi come mostro l'ho trovato davvero poco piacevole. La sua famiglia è pure più brutta di lui. E il dipanarsi della storia non mi ha convinta. Comunque, mio figlio l'ha apprezzato.
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