La realtà del leggere romanzi
Possibile futuro lettore: Che tipo di libri scrivi?
Io (sorridendo orgogliosa): Scrivo romanzi, paranormali e
contemporanei, storie d’amore molto intense e sexy.
Possibile futuro lettore (incupendosi, sguardo imbronciato):
Non sopporto i romanzi. Sono così irrealistici.
Ho incontrato questa reazione più di una volta nella mia
carriera, come di sicuro altri scrittori. Eppure, mi preoccupa ogni volta.
Quante di noi hanno incontrato un ottimo ragazzo, sono uscite con lui, hanno
affrontato qualche ostacolo, l’hanno superato e si sono sposate? IO! (Urlo di
gioia alzando la mano). So che non sono l’unica ad alzare la mano. Quante di
noi stanno cercando un bravo ragazzo con cui uscire, con cui superare qualche
eventuale problema e con cui vivere felici e contente? (Vedo già più mani
alzate). E quante di noi amano rifugiarsi in un mondo dove questi sogni
diventano realtà? (Ancora più mani alzate. Evviva!)
Una delle reazioni che preferisco quando leggo romanzi è
avere le farfalle nelle stomaco mentre giro le pagine, aspettando di
vedere se l’amore vincerà su tutto. Nel libro di Nora Roberts Daring to dream,
Margo Sullivan e Josh Templeton mi hanno reso trepidante, in attesa fremente di
vedere come sarebbero finiti assieme superando il passato. E quando finalmente
ce l’ahho fatta mi sono sentita così sollevata. Ho letto questo libro più di
una dozzina di volte. Jill Shalvis mi ha portato nella città di Lucky Harbor,
dove, in Simply Irresistable, Maddie Moore e Jax Cullen hanno alcuni seri
problemi che si frappongono tra di loro. Li superano? Certo, ma non senza alti
e bassi, e un bel po’ di intesa sessuale in mezzo! Non dimentichiamoci di
questo aspetto!
Quante di noi vogliono leggere di una buona intesa sessuale?
(Sì, non sto nemmeno a contare le mani stavolta).
Per quel che mi risulta, avere una madre assente, lottare
per un nuovo inizio, affrontare errori del passato che tornano a perseguitarci,
desiderare di essere amati, sono tutte parti molto reali della nostra vita. Ma dov’è
la parte irrealistica? E’ nel lieto fine? Se è così, siamo proprio pessimisti
alla radice.
Io leggo romanzi perché mi fa stare bene, mi fa sentire
piena di speranza, mentre il mondo attorno a me a volte è ben diverso. Scrivo
romanzi perché amo il percorso che le persone intraprendono per raggiungere il
loro lieto fine, che è l’obiettivo che auguro a ciascuno, anche al lettore
cinico che si allontana da me con lo sguardo imbronciato.
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